In occasione della “Giornata Mondiale per la sicurezza dei pazienti”, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla Direttiva del Presidente del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 aprile 2019, l’Ospedale San Camillo ha mostrato un forte impegno nella tutela dei pazienti. Le strutture sanitarie e sociosanitarie hanno infatti un obbligo legale, ma il San Camillo ha sentito innanzitutto come un obbligo morale quello di tutelare la salute e garantire la sicurezza delle cure offerte all’utente a seguito della legge n. 24/2017: “La sicurezza delle cure è parte costitutiva del diritto alla salute ed è perseguita nell’interesse dell’individuo e della collettività”

L’unico modo per garantire questa sicurezza è quindi erogare cure ed assistenza di alta qualità, mediante linee guida, protocolli e buone pratiche cliniche.

In questi anni quindi il San Camillo ha lavorato a livello di gruppo, coinvolgendo tutte le sue strutture in maniera trasversale: case di cura per acuti, istituti di riabilitazione, poliambulatori e case di riposo che la Fondazione Opera San Camillo gestisce direttamente su tutto il territorio del centro-nord Italia, da Cremona a Milano, Torino, Bologna, Genova, Venezia.

A livello di Fondazione si sono dotati di più strumenti condivisi di Risk Management per la gestione del rischio clinico con l’obiettivo di contenere fino ad azzerarli gli errori e le conseguenze di un evento avverso.

Ad oggi hanno riportato significativi risultati riducendo gli errori nella somministrazione della terapia e le infezioni ospedaliere, aumentando notevolmente la sorveglianza su errori ed eventi avversi e la sicurezza in sala operatoria.

√ Si sono quindi dotati di un Foglio di terapia univoco sia per il medico prescrittore che per l’infermiere sommistratore, i quali registrano e siglano quotidianamente le rispettive attività.

√ Hanno introdotto un braccialetto identificativo per ogni paziente, applicato al momento del ricovero, che riporta nome, cognome, data di nascita e un codice univoco, ottenendo una riduzione drastica del rischio di somministrare una terapia o sottoporre ad un esame diagnostico il “paziente sbagliato”.

√ Si sono inoltre dotati di un sistema informatico per la segnalazione da parte degli operatori sanitari degli errori e degli eventi (sia dannosi sia senza conseguenze) e di uno per la sorveglianza di tutte le infezioni che possono insorgere in seguito all’attività assistenziale o all’uso di dispositivi medici (ad esempio catetere vescicale, catetere venoso). In questo modo possiamo mantenere alta la sorveglianza e dotarci di strumenti per l’individuazione delle aree e delle attività a rischio così da attuare strategie migliorative.

√ Infine hanno introdotto una scheda di controllo per il paziente sottoposto ad un intervento chirurgico da compilare da parte dell’équipe in tutte le fasi operatorie: dai controlli effettuati si registra una corretta compilazione per tutti gli interventi chirurgici.

Resta comunque sempre importante la collaborazione dei pazienti e dei loro familiari per poter garantire in tutti gli aspetti la qualità e la sicurezza delle cure. Nella pratica cosa vuol dire? Segnalare i dubbi nella somministrazione della terapia, sopportare il fastidio del braccialetto di riconoscimento, lavarsi le mani spesso, seguire le indicazioni degli operatori sanitari per prevenire le cadute.

 

Documentazione

Questionario sulla prevenzione del rischio clinico nelle strutture associate all'Aris.

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