“La rinuncia alle cure non può e non deve più rappresentare per nessuno l’unica possibilità. E’ per questo che bisogna allargare e implementare l’offerta, creando un sistema virtuoso tra pubblico e privato, che possa garantire una presa in carico globale ed appropriata dell’esigenza di prevenzione, cura ed assistenza di tutti i cittadini”. Così il Ministro della Salute Orazio Schillaci nel suo intervento in teleconferenza durante la giornata di presentazione del 20° rapporto AIOP sull’attività ospedaliera italiana, a cui l’Aris ha partecipato. Il Ministro Schillaci ha infatti definito la collaborazione tra pubblico e privato come la “chiave di volta” per risolvere alcune criticità sanitarie esistenti e superare le disuguaglianze a livello territoriale. Concetto ripreso successivamente anche dal Senatore Maurizio Gasparri nel suo intervento. “C’è la necessità di rappresentare le realtà private per il loro contributo fondamentale al ssn – ha aggiunto il Senatore – e di far soffrire di meno le strutture private, poiché nel rapporto con la parte pubblica c’è sempre questa sorta di pregiudizio. E questa presunzione le fa faticare il doppio”. Il Senatore Gasparri ha poi proseguito: “Senza l’ospedalità privata non ci sarebbe, e non sembri una contraddizione, il servizio pubblico. Un servizio pubblico garantito, in buona parte, con tempi migliori, efficienza e anche costi più bassi. Quando infatti – ha concluso il Senatore – si vanno a vedere i conti, spesso nel pubblico una prestazione o un ricovero costa molto di più di quello che si riesce a realizzare in un ambito convenzionato. Ecco, qualcuno nel mondo della politica lo sa, lo dice e vi ringrazia”.
Della stessa opinione anche Domenico Mantoan, direttore AGENAS, che ha definito “prioritaria” la necessità di un maggior inserimento del sistema privato, e non tanto da un punto di vista quantitativo, quanto piuttosto qualitativo della produzione. “Che lo Stato si riservi – ha spiegato il dott. Mantoan – la valutazione della qualità del servizio, e che questa qualità del servizio pubblico o privato venga premiata di più.”
Interessante anche l’intervento dell’On. Davide Faraone che ha definito il contributo del privato fondamentale per supportare il sistema e recuperare tutto ciò che è rimasto arretrato. Occorre investire, stanziando risorse per almeno 10 miliardi di euro, di cui almeno 8 per il privato accreditato e 2 miliardi per favorire l’intramoenia. Nella programmazione sanitaria, il tema centrale è la carenza di personale: obiettivo non deve essere l’abolizione del numero chiuso alle facoltà di medicina ma la programmazione delle specializzazioni mediche in base al fabbisogno.
A inaugurare i lavori la Presidente AIOP Barbara Cittadini che ha illustrato i dati del rapporto, i quali mostrano il nostro ssn in affanno, che soffre ancora di “Long-Covid”. Sebbene siano passati due anni dalla pandemia non sono ancora state recuperate le prestazioni “perse” durante la fase pandemica e i volumi di attività non sono tornati ai livelli pre-pandemici né per le prestazioni programmate né per quelle urgenti. Infatti le ospedalizzazioni urgenti perse sono ben 900mila nel biennio post-pandemico e quelle programmate circa 740mila e 470mila rispettivamente nel 2020 e nel 2021. Anche i volumi delle prestazioni ambulatoriali restano fortemente al di sotto dei valori pre-Covid, con variazioni 2019-2021 che raggiungono scarti anche del -70% (Basilicata) e del -46% (Pa di Bolzano).
Tra le altre criticità, evidenziata dai dati del rapporto, la Presidente Cittadini, ha citato quella legata ai “tempi di attesa”. Essi rappresentano un vero e proprio “guasto” nel nostro sistema ssn. Un guasto che va crescendo sempre di più: Ai ritardi “ordinari” pre-pandemici si sono aggiunti quelli “straordinari” del 2020, provocati dall’urto pandemico.
La Presidente Cittadini ha concluso il suo intervento ponendo l’attenzione sui “tetti di spesa”, definendoli “illogici” in quanto impediscono alle regioni di utilizzare pienamente le potenzialità d’intervento delle strutture private, e inoltre limitano la capacità programmatoria rendendo difficile, se non impossibile, dare una risposta compiuta alla piena domanda di prestazioni sanitarie. “Serve dunque – ha concluso la Presidente Cittadini - un cambio di approccio e di mentalità”.