La Pubblica amministrazione, trainata dalla Sanità, fa sul serio. E' stato avviato il 20 gennaio us il percorso messo in campo dal Dl 66/2014 che ha fissato l’obbligo di acquisto centralizzato presso Consip o altri soggetti aggregatori per poi essere rafforzato, dettagliato e ampliato dalla legge di Stabilità 2016, punta a realizzare un nuovo modello di aggregazione della spesa. Quattro gli obiettivi: la pianificazione integrata dei fabbisogni, la specializzazione dei soggetti aggergatori su tipologie di spesa standardizzabile, la messa a fattor comune delle best practice per una migliore qualità della spesa stessa, minori oneri di gestione delle procedure di gara per le amministrazioni.
Alcuni numeri: dalle 35mila stazioni appaltanti agli attuali 33 soggetti aggregatori, impegnati su 19 categorie merceologiche già individuate a ottobre scorso con Dpcm, di cui ben 14 relative a beni (9 gruppi) e servizi (5) in ambito sanitario. Mentre un ultimo Dpcm, firmato il 24 dicembre a manovra appena incassata dal Governo, ha fissato le merceologie e le soglie di spesa.Questo nuovo sistema per la sanità pubblica significa un risparmio netto del 20% rispetto agli esborsi attuali. «Risorse – ha detto il ministro della saluite Lorenzin - da reinvestire nel settore, in linea con quanto si legge nel Patto per la salute. I capitoli di spesa assetati, con un Fondo sanitario nazionale che è cresciuto meno delle aspettative, non mancano di certo: dai nuovi Livelli essenziali di assistenza ai farmaci innovativi al personale. Ogni euro che sarà risparmito con la trasparenza negli acquisti - ha precisato ancora la ministra - sarà reinvestito in Sanità».
Nel 2016 si parte con una spesa sanitaria stimata su base annua - tra farmaci, dispositivi medici, pulizia, ristorazione e via dicendo - di 12,8 miliardi, cui si sommano altri 3 miliardi di spesa comune. Un pacchetto sostanzioso, quello sanitario, che impatta per il 51% sulla spesa complessiva per beni e servizi. L’operazione è già in progress: il Dpcm su categorie merceologiche e “soglie” sarà a giorni pubblicato e quindi operativo, e intanto sono in piedi tavoli tecnici di supporto alle Regioni nell’analisi della programmazione delle gare dei soggetti aggregatori, la ricognizione dei contratti attivi per le categorie merceologiche che sono state individuate, l’analisi dei valori di consumo su base nazionale e il confronto sulle best practice. Consip è un’utile cartina di tornasole per stimare i possibili risparmi di tutta l’operazione: negli ultimi 3 anni ha registrato 25 miliardi di bandito, di cui 5 miliardi per la spesa specifica sanitaria, 17 miliardi di intermediato (5 mld dal comparto sanitario) con 6,6 miliardi complessivi soltanto nel 2015 (di cui 2,2 miliardi dal comparto sanitario). Con discese di prezzo vertiginose: -40% sui mammografi (133.000 il prezzo unitario), -53% sui presidi per la glicemia (0,153 il prezzo), -40% sugli angiografi fissi (260mila euro), -48% sulla Rm total body (375mila euro) e -50% sui kit per la dialisi (9,25 euro l’uno).
Quando lo capiranno finalmente le nostre istituzioni associate? E quanto ancora dovremo continuare a implorare di mettere da parte interessi individualistici e cominciare realmente a fare rete?