L'esposizione a brevi lampi di luce durante la notte potrebbe aiutare i viaggiatori a dormire e ad adeguarsi a nuovi fusi orari. Un gruppo di ricercatori dell' Universita' di Stanford ha scoperto che questi fasci di luce viaggiano attraverso le palpebre e questo dice al cervello di reimpostare l'orologio biologico interno. Il nuovo approccio e' stato testato su 39 volontari ed e' stato in grado di spostare l'orologio del corpo di circa due ore. Per ottenere questo risultato e' bastata una sola ora di esposizione alla luce stroboscopica durante il sonno. In particolare, i ricercatori hanno chiesto ai volontari di andare a letto e svegliarsi alla stessa ora ogni giorno per circa due settimane.   Successivamente, i soggetti sono stati invitati a dormire in laboratorio. Alcuni sono stati esposti a luce continua e altri a una luce stroboscopica (flash di luce di 2 millisecondi, simile al flash di una fotocamera, a distanza di 10 secondi) per un'ora. Ebbene, l'esposizione alla luce stroboscopica ha ritardato di circa due ore la comparsa dei classici sintomi del sonno la notte successiva. In pratica, gli scienziati sono riusciti ad 'hackerare' l'orologio biologico, inducendo le cellule situate nell'occhio a inviare messaggi al cervello per riprogrammare il fuso orario. In pratica, la luce inganna il cervello a pensare che il giorno e' piu' lungo di quanto non sia in realta', spostando l'orologio interno. Secondo i ricercatori, questo potrebbe essere il metodo piu' efficace per prevenir e il jet lag.

Documentazione

Questionario sulla prevenzione del rischio clinico nelle strutture associate all'Aris.

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