Ancora arresti nella Sanità lombarda. Ancora imprenditori e politici accusati di corruzione. Dopo gli scandali San Raffaele e Maugeri, ai tempi dell’allora giunta guidata da Roberto Formigoni, e l’arresto dell’ex assessore Mario Mantovani, le manette stavolta colpiscono il numero uno del Carroccio nella sanità lombarda, il presidente della Commissione regionale Sanità ed ex senatore leghista Fabio Rizzi. Varesino, braccio destro del governatore Roberto Maroni, Rizzi è il padre della nuova riforma della Sanità in Lombardia approvata lo scorso agosto. L’inchiesta «Smile» condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Milano ha visto martedì mattina l’esecuzione di 21 ordini di custodia cautelare (9 in carcere, 7 ai domiciliari e 5 con obbligo di firma) emessi dal gip del Tribunale di Monza, su richiesta della Procura, per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbata libertà degli incanti e riciclaggio. Tra gli arrestati, oltre a Rizzi, anche Valentino Longo, imprenditore vicino allo stesso Rizzi. Le indagini, svolte dal Nucleo Investigativo di Milano ed avviate nell’autunno del 2013, hanno riguardato il servizio di gestione di ambulatori odontoiatrici. Il tutto era nelle mani di un gruppo imprenditoriale con sede ad Arcore (Odontoquality), vincitore della pressoché totalità degli appalti. Dall’indagine sono emersi funzionari pubblici di diverse Aziende Ospedaliere che, corrotti dalle imprese fornitrici dei servizi sanitari, hanno reso loro favori illeciti nella gestione delle pratiche di loro competenza; corruttori che hanno beneficiato dell’aggiudicazione di importanti appalti pubblici truccati o di altre prestazioni illecite, accaparrandosi i proventi di un giro d’affari complessivo stimato in circa 400 milioni di euro dal 2004 ad oggi; un consigliere della Regione Lombardia ed un componente del suo staff che hanno garantito, con il loro appoggio strategico, le condizioni per far perdurare l’esistenza del «sistema» clientelare. La ricerca della necessaria «copertura politica» da parte dell’imprenditrice al vertice del gruppo, Maria Paola Canegrati, si è tradotta in un interessato connubio tra i livelli imprenditoriale e politico, dando vita ad una associazione per delinquere responsabile della commissione di molteplici reati contro la pubblica amministrazione.

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