Le Asl  del  Sud  non  pagano  i  fornitori.  O  meglio,  sottolinea  la  CGIA,  lo fanno  con  ritardi  spaventosi.   Gli  ultimi  dati  del  2015  ci  dicono  che l’Azienda sanitaria regionale del Molise salda i propri creditori dopo 412 giorni  dal  limite  previsto   dalla  legge  che,  ricordiamo,  stabilisce  che  la transazione  economica  debba  avvenire  entro  60  giorni  dall’emissione della fattura. L’Asl di Napoli 1 Centro, invece, presenta un ritardo medio di  401  giorni,  mentre  quella  di  Roma  A  si  ferma  a  397  giorni,  quella  di Catanzaro a 315 e quella di Bari a 92 giorni. Questi risultati sono il frutto di un’analisi che ha condotto l’Ufficio studi della CGIA che ha  estrapolato  l’indice  di tempestività dei pagamenti delle principali  Asl  in  ciascuna  regione  che,  per  legge,  hanno  l’obbligo  di pubblicare periodicamente nel proprio sito internet. “Sebbene  negli  ultimi  anni  l’andamento  dello  stock  del  debito  sanitario risulti  leggermente  in  calo  –  dichiara  il  coordinatore  dell’Ufficio  studi Paolo Zabeo  -  è verosimile ritenere che quest’ultimo si aggiri  ancora oggi attorno ai 30 miliardi di euro. Quasi la metà  dei 70 miliardi di euro    che  tutta  la  nostra  Pubblica  amministrazione  deve  alle  imprese.  E  sebbene anche le Asl  abbiano  l’obbligo  dal 31 marzo 2015  di  ricevere solo    fatture su  base  elettronica,  questa  novità,  almeno  al  Sud,  non  ha  velocizzato  i  tempi di pagamento”. Un problema che diventa drammatico per le istituzioni private non profit che accusano ritardi mostruosi nel pagamento delle prestazioni effettuate in regime di convenzione.

Documentazione

Questionario sulla prevenzione del rischio clinico nelle strutture associate all'Aris.

Scarica il questionario