In Europa le costruzioni e la sanità sono i settori più esposti alla corruzione e al crimine organizzato. Nell’ambito della salute pubblica in particolare, i Paesi più a rischio sono l’Italia e il Polonia. A dimostrarlo, a pochi giorni dal nuovo scandalo tangenti nella sanità lombarda, una ricerca dell’Università di Torino sulla vulnerabillità degli appalti pubblici di 25 Paesi membri dell’Ue (sono esclusi Belgio, Cipro e Grecia), intitolata “Warning on Crime” e realizzato dalle ricercatrici Valeria Ferraris, Caterina Mazza and Laura Scomparin. Secondo lo studio, presentato lunedì 22 febbraio nell’ateneo piemontese, tutti gli appalti pubblici europei sono permeabili alla criminalità, ma la disomogeneità delle norme tra gli Stati e la scarsa attenzione dei decisori pubblici può addirittura peggiorare la situazione attuale, creando in Europa nuove opportunità per gli affari criminali. Gli appalti pubblici rappresentano una gigantesca attrazione per gli appetiti delle organizzazioni criminali e dei colletti bianchi. La spesa per beni, opere e servizi ammonta da sola, ogni anno, a un quinto del Pil dell’Unione. Non tutti i settori sono però uguali. Costruzione e salute sono quelli che impiegano la quota maggiore dei finanziamenti e anche per questo rappresentano il tallone d’Achille d’Europa. Nel caso della sanità il rischio è rappresentato soprattutto dalle alleanze opache che si instaurano tra soggetto pubblico e interessi privati.

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