La ricetta digitale continua la sua corsa al trotto e a gennaio sfiora quota 70%: in cifre, significa che dei 47,7 milioni di prescrizioni compilate nel mese dai medici italiani, 33 milioni circa erano in formato elettronico. Ma nonostante i progressi che si registrano di mese in mese, nessuna Regione è ancora riuscita a “toccare” la soglia del 90%, che la legge 221/2012 fissa come traguardo da tagliare entro la fine di quest'anno. Lo rivela un report di Promofarma – la società di servizi informatici di Federfarma – sulla dematerializzazione della ricetta Ssn. Tra le regioni più virtuose il Veneto che ondeggia da mesi tra l'87 e l'88%, la Provincia autonoma di Trento (con l'88%), e la Val d'Aosta, che ha ormai valicato la soglia dell'80%. Capire che cosa possa frenare il raggiungimento dello standard pieno non è difficile: a parte le inefficienze dell'infrastruttura digitale italiana (la banda larga, che ancora non è larga dappertutto e non lo è quanto in alcuni Paesi vicini), non va dimenticato che al momento non possono essere prescritti su ricetta digitale alcune categorie di farmaci come gli stupefacenti e le specialità classificate nel Pht, il Prontuario della continuità ospedale-territorio. E poi ci sono le ricette che i medici prescrivono quando sono in visita domiciliare. La morale? Se Regioni e Ssn vogliono davvero tagliare il traguardo del 90% per fine anno, servirà qualche provvedimento che riduca ulteriormente l'area della prescrizione “solo su carta”.