Ridurre dagli attuali 50 crediti a 30 o 35 crediti la quota ECM da conseguire annualmente». È questa la soluzione “tampone” sul tavolo della nuova Commissione Nazionale per la Formazione Continua in Medicina. La proposta è stata valutata già dalle primissime riunioni della Commissione ECM (insediatasi nel novembre 2015) proprio perché si è posta subito l’attenzione sul deficit formativo che riguarda molti medici. D’altronde la situazione è piuttosto complessa: il Ministero della Salute ha dettato la sua linea politica e sia noi Ordini, che la stessa FNOMCeO, pur cercando di assicurare il massimo supporto, non si riesce a garantire ai medici più del 50% dei crediti obbligatori. Nel frattempo, però, in molti – sia rappresentanti del mondo medico, sia della politica – spingono per rivedere l’aggiornamento ECM su criteri legati alla premialità oltre che alle sanzioni. «Sarebbe ottimale punire chi non li fa – sostengono - ma chi li fa tutti non viene preso in considerazione in quanto è “nella norma”. La premialità ci deve essere perché raggiungere 50 crediti significa non solo raggiungere un numero, ma significa veramente fare formazione, anche perché da quando c’è il profilo formativo la formazione sta diventando un po’ più selettiva sulla qualità e molto rigorosa in alcuni aspetti”