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Droni per salvare la vita, non per portare la morte

A Roma per la prima volta usati per trasportare campioni biologici

E’ proprio il caso di dire “finalmente!”. Per la prima volta c’è stato qualcuno che si è servito dei droni per trasportare campioni biologici. Ed in futuro anche medicine. Non per portare micidiali ordigni bellici sempre piu’ sofisticati nell’ottica di una guerra “mirata”, come purtroppo da anni sta avvenendo, ad esempio, in Ucraina, a Gaza e in tanti altri scenari di bellici lontani dai fari della ribalta. Succede a Roma, dove è stato effettuato il primo volo sperimentale con drone per il trasporto di campioni biologici tra due ospedali, il San Camillo–Forlanini e l’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”.  L’iniziativa, promossa dal Centro Regionale Trapianti con UrbanV ed il supporto di ENAC in occasione della Giornata Mondiale del Cuore, punta a velocizzare le procedure di donazione e trapianto. Il drone ha volato in modalità automatica, superando senza problemi traffico e distanze. La tecnologia – assicurano gli organizzatori - apre la strada a nuove soluzioni logistiche in sanità, specialmente nelle grandi metropoli o in zone impervie e difficilmente da raggiungere. L’iniziativa si è svolta presso il San Camillo in presenza del direttore della Direzione regionale Salute e integrazione sociosanitaria Andrea Urbani, del DG del San Camillo Angelo Aliquò, del DG di Ares 118 Narciso Mostarda e del Senior Advisor Regulatory Affairs di Urban V Marco Pellegrino. i è trattato del trasferimento di provette destinate al laboratorio di immunologia e tipizzazione tissutale del San Camillo – per la verifica della compatibilità tra donatore e ricevente – e al Centro di Virologia dello Spallanzani, per l’analisi del profilo infettivologico del potenziale donatore. Due passaggi fondamentali che, grazie al drone, velocizzati al massimo, contribuendo ad accelerare l’intero e delicato processo di donazione e trapianto.

Realizzato in modalità BVLOS (Beyond Visual Line of Sight), il volo è stato effettuato con un drone di 35 kg e 2,5 metri di apertura, messo a disposizione e pilotato in remoto da UrbanV, azienda leader a livello internazionale nei servizi di mobilità aerea innovativa (IAM), in grado di volare in modo automatico a 35 metri di altezza, sotto la supervisione remota di piloti certificati. Nelle aree di decollo e atterraggio erano presenti operatori incaricati del carico/scarico e della verifica delle condizioni di sicurezza, formati attraverso un training specifico. L’iniziativa dimostra come l’impiego dei droni possa consentire la drastica riduzione dei tempi di trasporto, l’aumento della resilienza logistica e come possa contribuire a salvare vite in situazioni critiche. Inoltre, permette di superare i limiti imposti dal traffico e dalle distanze, riducendo i rischi e ottimizzando le risorse umane coinvolte. Questa tecnologia rappresenta una soluzione particolarmente efficace in aree metropolitane congestionate come la città di Roma, ma potrà essere estesa anche a configurazioni combinate (macchina-drone, aereo-drone), abilitando consegne rapide a laboratori e istituti di anatomia patologica. L’esperienza avviata nel Lazio dimostra come il settore della donazione e dei trapianti può diventare una piattaforma di innovazione, aprendo la strada a nuove modalità di trasporto sicure, veloci ed efficienti. La definizione di rotte dedicate potrà infatti estendere, già nei prossimi anni, l’uso dei droni non solo a provette e campioni, ma anche a farmaci, biopsie e organi destinati al trapianto.“I trapianti sono condizioni tempo dipendenti per eccellenza, e l’uso dei droni in contesti di donazione e trapianto è solo una parte di ciò che è il potenziale uso in aree metropolitane, congestionale, riducendo tempi, impiego e rischi per il personale addetto”, dichiara Mariano Feccia, direttore del Centro Regionale Trapianti Lazio. ome pure Carlo Tursi, CEO di UrbanV, che aggiunge: “Il volo di oggi rappresenta la dimostrazione concreta che i droni sono una tecnologia di domani, ma anche e soprattutto di oggi, per aiutare le persone. Grazie alla collaborazione con Regione Lazio ed ENAC possiamo accelerare l’integrazione di questi sistemi nella vita quotidiana, con benefici tangibili per i pazienti e per l’intera collettività”. 

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