News & Eventi

News

News

Gemmato : la sanità accreditata un alleato per risolvere criticità

“La sanità privata accreditata va intesa come un alleato per risolvere alcune criticità" del Servizio sanitario nazionale. Lo scrive il sottosegretario alla salute Marcello Gemmato, in occasione della presentazione del rapporto del Centro Studi Aiop dal titolo 'La spesa per bene i servizi sanitari: il finanziamento da sempre ibrido del sistema salute', presentato o a Roma. Piuttosto “dobbiamo lavorare - spiega il sottosegretario - per implementare e allargare l'offerta dei servizi sanitari, anche attraverso la costruzione di un sistema virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato, che consenta una presa in carico globale, appropriata e continuativa delle esigenze di prevenzione, cura e assistenza dei cittadini". In tal senso, il privato accreditato va considerato un alleato, non solo per risolvere alcune criticità “ma anche per superare le disuguaglianze sanitarie che ancora permangono a livello territoriale".

L'Italia si distingue nel mondo per "un sistema sanitario fondato sui principi di universalità, uguaglianza ed equità che abbiamo il dovere di tutelare e rafforzare. In questa prospettiva - ha concluso - va inquadrata ogni riflessione sulla composizione del finanziamento e sulla reale dinamica della spesa sanitaria privata, tema troppo spesso oggetto di letture ideologiche, che rischiano di distorcere il dibattito pubblico".

In realtà le famiglie italiane continuano da anni a sostenere in prima persona - almeno quando si ha la possibilità di farlo - gran parte dei costi sanitari. Soprattutto se si tratta di medicinali o di prestazioni straordinarie  non coperte dal Servizio Sanitario Nazionale. Ma certamente non si tratta di una fuga" dalla sanità pubblica”. Anzi è forse vero il contrario: è proprio la sanità pubblica che “fugge” dai cittadini, negando medicinali e servizi fondamentali. La riflessione nasce spontanea dall’analisi dei dati raccolti dal Centro Studi dell’ AIOP : oltre il 54% della spesa sanitaria privata, risulta destinato a prestazioni che non rientrano nei Livelli Essenziali di Assistenza garantiti dallo Stato, in particolare farmaci e dentisti. In valori assoluti, questo significa più di 25 miliardi di euro l'anno, una cifra che pesa sui bilanci delle famiglie.

Nel dettaglio, a trainare la spesa sono i farmaci e i presidi medici non rimborsabili, che rappresentano il 33,5% della spesa privata totale. Non a caso non si contano più quelle che una volta erano classificate medicine ed ora sono diventate integratori alimentari, dunque non servono a curare malattie. In questa logica le vitamine, tanto per fare un esempio, non sono prescrivibili: se ne hai bisogno per guarire o per stare meglio,  te le devi pagare. Ci sono poi le cure odontoiatriche, con un'incidenza del 21%. Pensiamo all’anziano che ha perso i suoi denti e non si può permettere l’esoso costo di una dentiera: o non mangia o vive di minestrine e purea. Se poi ha anche la sfortuna di diventare un po’ sordo, sarà condannato anche a vivere nel silenzio. E già siamo a metà dell’intera spesa sanitaria privata.

Passiamo poi alle visite specialistiche, a certe particolari analisi non rimborsate dal SSN, a trattamenti riabilitativi spesso erogati fuori dal circuito della sanità pubblica. Certamente a questi dati vanno aggiunti quelli derivanti da liste d'attesa troppo lunghe, che spingono i cittadini a rivolgersi al privato per ricevere cure in tempi compatibili . Ma anche in questo caso più che fuga dal pubblico si dovrebbe parlare di scelte individuali, come può essere la preferenza per un professionista specifico o per  trattamenti innovativi ancora esclusi dai Livelli essenziali di assistenza ma fruibili presso privati.

Il dato chiave di questo rapporto sembra proprio essere  che gran parte della spesa privata non è marginale né occasionale ma è "strutturale". E lo dimostra anche il trend decennale: Mentre la spesa pubblica mostra variazioni più ampie, quella privata rimane stabile intorno al 2% del Pil. La conclusione è che "non c'è alcuna compensazione tra la spesa delle famiglie e il definanziamento del Servizio sanitario nazionale, ma al contrario la spesa privata non riesce a compensare la riduzione degli spazi della tutela pubblica".

Richiedi informazioni