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“La Cei aprirà a Gaza un ospedale con il Patriarcato di Gerusalemme”

L’annuncio del segretario generale, monsignor Baturi, dopo la visita in Terra Santa

"Stiamo lavorando con il Patriarcato Latino di Gerusalemme a un grande progetto per l'apertura di un ospedale dentro Gaza". L’importante annuncio arriva dal segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Baturi, al termine della sua visita in Terra Santa. Un impegno di pace in un quadro di guerra, ma anche una risposta concreta per rispondere alle richieste di aiuto da parte della popolazione, che il segretario della Cei spiega così: "C'è un problema sanitario molto serio e vogliamo farcene carico insieme al Patriarcato: è un impegno concreto, che vedrà mobilitate tante energie". La visita in Terra Santa di monsignor Baturi si è conclusa il 30 Settembre. E’ stato ricevuto ed accompagnato dal cardinale Pierbattista Pizzaballa, il Patriarca Latino di Gerusalemme, che ha accolto la notizia sul nuovo ospedale che la Cei costruirà a Gaza con parole commosse e colme di riconoscenza. "In questo momento difficile di solitudine e di abbandono – il commento del porporato -, sono importanti la vicinanza e la presenza: di questo vogliamo esprimere un sincero ringraziamento. Sappiamo che non sono visite scontate e sappiamo, come ci siamo detti in questi giorni, che tutto questo è vero e sentito. Lo abbiamo percepito in questi mesi da parte di tante Chiese italiane: una vicinanza reale". Sottolineando, tra l’altro, che “le giornate di condivisione con monsignor Baturi sono state molto utili…sono un esempio gli incontri avuti in diversi villaggi e con alcuni sacerdoti riuniti in ritiro: ci hanno detto di sentire il bisogno, e di essere grati, per questa empatia e vicinanza di cui hanno necessità, al di là dei progetti".

Quella compiuta dal segretario generale della Cei è stata, come lui stesso ha confessato, "una visita fraterna per comunicare alla Chiesa guidata dal cardinale Pizzaballa la solidarietà e la fraternità delle Chiese che sono in Italia". "Vogliamo condividere nella fede la speranza di un mondo migliore, ma anche lo sdegno per una violenza ingiusta che calpesta la dignità dell'uomo", ha aggiunto Baturi ricordando "quanto il Consiglio Permanente ha recentemente detto a Gorizia: è necessario che le ingiuste violenze si fermino, che siano liberati gli ostaggi e che cessino gli attacchi contro un popolo che non può essere punito in questo modo". Al tempo stesso, il segretario generale ha annunciato che "stiamo condividendo delle iniziative, perché la fede, la denuncia e la speranza richiedono anche un aiuto concreto. Tra i progetti da portare avanti con il Patriarcato Latino di Gerusalemme c'è quello dell'apertura di un ospedale a Gaza”. Ma non solo."Vogliamo inoltre - ha aggiunto il vescovo - sostenere le famiglie, i parroci che ci hanno segnalato bisogni alimentari, ma anche di lavoro per i giovani, di case e di istruzione. Questa, in particolare, è energia di pace, perché forma la coscienza e apre al futuro. Vogliamo essere con queste comunità, con questa Chiesa, in un'amicizia di fede e di operatività". La visita è stata anche l'occasione per verificare la possibilità di un pellegrinaggio da parte di rappresentanti dell'episcopato italiano, sulla scorta di quanto già avvenuto con alcune Conferenze episcopali regionali. "Vogliamo rilanciare il pellegrinaggio – la sottolineatura di Baturi - come pratica capace di stringere legami con le comunità, non solo di visitare i luoghi. Questo appello ci è venuto da tanti parroci, sia della Giudea che della Galilea. Faremo dunque un pellegrinaggio come vescovi italiani e ne promuoveremo tanti altri: è una forma concreta di vicinanza e solidarietà". Del resto, "la speranza ha bisogno di gesti, di parole, ma soprattutto di un contesto dove si fa rete, dove si costruisce unità e comunità. Nei grandi contesti di dolore e sofferenza, c'è bisogno di avere qualcuno vicino che ti sostenga e ti aiuti. In questo senso, tutto ciò diventa un segno di speranza", la conclusione del cardinale Pizzaballa.


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