Ridurre dolore cronico e cefalee. Un obiettivo piu’ a misura d’uomo che nel terzo millennio deve essere “multimodale e affidato a équipe multidisciplinari”. È a questi criteri che si ispirano i percorsi clinico assistenziali appena varati presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. Percorsi curativi che – si legge in una nota - prevedono non solo farmaci, ma anche agopuntura, gestione psicologica e nutrizionale, interventi fisico-riabilitativi per cancellare il dolore dalla vita delle persone. Si tratta di due trattamenti che rappresentano la declinazione e il fine tuning della legge 38/2010, che garantisce la terapia del dolore e le cure palliative a ogni cittadino italiano.
Il percorso anti cefalee è coordinato dal dottor Catello Vollono della UOC di Neurofisiopatologia, Responsabile Ambulatori delle Cefalee; l’altro, dedicato alle terapie integrate per la gestione del dolore, è coordinato dal professor Marco Rossi, associato di Anestesiologia.
“Questi percorsi nascono per rispondere a due grossi bisogni di salute – commenta il professor Antonio Giulio De Belvis, Professore associato di Igiene Generale e Applicata -. Per realizzarli abbiamo messo insieme due team di persone straordinarie non solo dal un punto di vista professionale, ma fortemente empatiche verso la sofferenza di chi si rivolge al Gemelli. I due percorsi adesso andranno implementati, attraverso una serie di azioni per ottimizzare la presa in carico dei nostri pazienti (ogni anno dimettiamo più di 95 mila persone). Uno dei modi per far vivere i percorsi è quello di monitorarli, cioè definire una serie di metriche, che ci indicano se stiamo agendo secondo gli standard che prefissati. Abbiamo quindi attivato la tracciatura dei pazienti all’interno dei percorsi e ne seguiamo l’evoluzione. Cureremo inoltre l’aspetto formativo, rivolto all’interno della fondazione, ma anche ai nostri interlocutori sul territorio”.
“Il Comitato Ospedale senza Dolore, costituito molti anni fa – ricorda il professor Andrea Cambieri, Direttore sanitaria del Gemelli - risponde a una normativa nazionale che ne prevede la costituzione all’interno degli ospedali per la lotta al dolore e alla sofferenza. Ci siamo occupati di queste tematiche per anni a partire dalla rilevazione puntuale del dolore in cartella clinica, prima e dopo la somministrazione di farmaci; si tratta di un’attività molto importante che corrisponde peraltro anche a precisi standard di Joint Commission International ed è oggetto quindi di monitoraggio sulle cartelle cliniche.
“Il dolore – aggiunge il professor Marco Rossi - è un’esperienza multimodale e multidimensionale. Le terapie farmacologiche possono fallire anche nella metà dei casi, per problemi legati alla scarsa aderenza alle terapie, ma anche alla scarsa risposta nel tempo, agli effetti indesiderati dei farmaci e ad un mancato coordinamento tra il prescrittore ospedaliero e il medico che, sul territorio, deve garantire la continuità terapeutica, soprattutto per quanto riguarda l’impiego degli oppiacei”. Di qui la necessità di mettere in campo una serie di approcci integrati, che hanno lo scopo di creare un sinergismo tra le diverse realtà intorno al paziente. “Nel caso del dolore cronico – continua il professor Rossi - elementi come ansia e depressione, scarsa attività fisica, problematiche psico-emozionali e sociali, aspetti nutrizionali non sono indifferenti e rendono spesso conto della mancata risposta del sintomo dolore alle terapie instaurate. Uno degli obiettivi dell’Ospedale Senza Dolore è coordinare le diverse realtà cliniche che lavorano nel nostro Policlinico. Nell’ambito delle terapie integrate per il dolore cronico abbiamo valorizzato le terapie reflessologiche (agopuntura), l’aspetto psicologico e psichiatrico del paziente, quello fisico-riabilitativo e di riattivazione di un corpo che molto spesso è immobile, gli aspetti nutrizionali che entrano nella risposta infiammatoria al dolore cronico, senza dimenticare i risvolti bioetici”.