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Prevenzione: 12 regioni non usano per la prevenzione i soldi stanziati

IL MEF a Schillaci: inutile chiedere fondi se quelli disponibili non vengono spesi

Da una parte il Ministro Schillaci che, alla recente riunione degli Stati generali della prevenzione, proclama “Dobbiamo investire di più nella prevenzione. Oggi solo il 5% del fondo sanitario nazionale è destinato alle attività di prevenzione. Vogliamo aumentare questa percentuale”. Dall’altra Angela Adduce, del Dipartimento della Ragioneria dello Stato del Mef, sempre in ambito della riunione degli Stati generali della prevenzione, informa che dai dati raccolti risulta che ben 12 Regioni (Piemonte, Pa Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia, Basilicata e Calabria) non spendono tutte le risorse programmate per la prevenzione, che in totale rappresentano il 6 miliardi di euro (il 5% del Fsn). Quindi fa notare che “L'obiettivo che ci dobbiamo porre come Paese, prima di parlare dell'eventuale congruità del 5%,  è andare a vedere chi spende di meno del 100% e far sì che spenda di più in prevenzione”. E’ l’Italia “differenziata” anche nelle autonome dichiarazioni dei nostri politici.

“La prevenzione – ha riconosciuto infatti Adduce - è di fatto un investimento in salute che può determinare delle ricadute anche sul sistema sanitario in termini di minori spese per la cura. Ma ci sono diverse regioni che sono abbondantemente sotto il 100% ed è auspicabile che si intervenga in questo ambito”.

I motivi dell’atteggiamento di queste regioni? Per la Adduce una timida ipotesi: “un'incapacità di realizzare una prevenzione veramente efficace sul proprio territorio e quindi una difficoltà organizzativa”. Poi qualcosa di più vicina alle realtà: “Ma può voler dire anche che altri livelli di assistenza ‘rubano’ alla prevenzione risorse perché hanno eccessi di spesa su altre tipologie di assistenza”.  A seguire la giustificazione: “Probabilmente è un misto di queste due cose”. Infine il consiglio:” consiglierei a chi deve prendere delle decisioni di potenziare il monitoraggio della prevenzione sia da un punto di vista economico finanziario, andando a vedere che cosa si spende, ma anche cosa si fa”.

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