Sponde, cinture, farmaci, ma anche porte chiuse e nessuna possibilità di uscire dalla propria stanza. Sono gli strumenti più frequenti per contenere gli ospiti delle strutture residenziali per anziani. Vere e proprie barriere, fisiche o farmacologiche, che ne impediscono il movimento e le relazioni sociali, ma che, evidenzia la Asul di Bologna, “non proteggono la persona anziana dal rischio di cadute e che possono causare gravi effetti negativi proprio sulle abilità motorie, cognitive e relazionali. La letteratura scientifica ha chiarito, invece, che la non contenzione riduce le fratture di femore”. Per questo nelle 57 Case Residenza per Anziani presenti nel territorio dell’Azienda Usl di Bologna è stato avviato, da un paio d’anni, “Liberi dalla Contenzione”, un progetto per l’abbandono progressivo  delle forme di contenzione e per il miglioramento della qualità della vita delle persone anziane ospiti delle strutture residenziali. Ad oggi, il 65% dei 2.800 ospiti delle Case Residenza per Anziani bolognesi vive libero dalla contenzione.

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