Un trust di cervelli, specialisti, operatori hanno elaborato un piano per abbattere le liste d’attesa. Ma i medici di famiglia lo stroncano. Roba vecchia, schema burocratico, per alcuni versi grottesco. Ma andiamo per ordine. Abbattere le liste d’attesa per le prestazioni specialistiche ambulatoriali, poiché oggi “la domanda espressa supera oggi la potenzialità dell’offerta e viene quindi inevitabilmente a crearsi una coda di pazienti che attendono di essere serviti.
E’ su queste basi che Zingaretti ha siglato un decreto commissariale ad hoc, fondato su un principio essenziale: la strada più efficiente per gestire le code (liste di attesa) è quella di “servire” i pazienti in base alla urgenza determinata dalla condizione clinica e dai sintomi che presentano: è la cosiddetta prioritarizzazione della domanda. Il lavoro viene quindi organizzato seguendo alcuni step: individuare delle classi di priorità, immaginate come contenitori in cui sono raggruppate tutte quelle condizioni cliniche per le quali il tempo che il paziente può aspettare senza che ne sia ritardata la diagnosi o pregiudicata la cura (c.d. tempo massimo di attesa accettabile) sia, approssimativamente, lo stesso; utilizzare, da parte dei medici prescrittori, le classi così individuate per indicare il grado di urgenza della prestazione richiesta; strutturare adeguatamente le agende di prenotazione dei soggetti erogatori, riservando il necessario numero di “slot” alle prestazioni richieste con priorità più elevata.
Vengono quindi tracciate 4 classi di priorità individuate con il “Piano Regionale per il Governo delle Liste di Attesa 2013-2015”. Il decreto focalizza, per alcune prestazioni, i sintomi e/o le condizioni cliniche a cui associare le diverse classi di priorità. Ai raggruppamenti così definiti è quindi associato, per quanto detto sopra, lo stesso “tempo massimo di attesa accettabile”. Il documento pertanto, a partire dalla condizione del paziente, suggerisce al medico che deve prescrivere una prestazione specialistica di primo accesso la classe di priorità da indicare nella ricetta.