Era da anni che nessuno faceva caso all’elenco del personale. Finché nella sanità calabrese commissariata (quella che non sa nemmeno quanti debiti ha) non è arrivato il momento di mettere mano anche a quello, per capire esattamente chi fa cosa, dove, con quali mansioni, con quali turni. Ed ecco le sorprese. Una fra le tante: nel settore amministrativo della sanità regionale risultano assunti ottanta psicologi. Ci sono settori nei quali si contano più di cento medici quando ne servirebbero meno della metà, altri che hanno più della metà dell’organico esentato dai normali turni di lavoro, infermieri che non fanno gli infermieri. «Una marea e mezzo di imboscati» per dirla con il commissario straordinario Massimo Scura.

Di anomalie parla il sindacalista Nuccio Azzarà, destinatario di minacce e buste con proiettili, il quale sostiene che “il vero problema è che nonostante l’antimafia e i commissariamenti,  i posti chiave della sanità calabrese sono sempre in mano agli stessi da trent’anni, i dirigenti sono investiti at divinis. Perché davanti a risultati disastrosi nessuno viene mai rimosso?”. Tra le altre anomalie denunciate il fatto che  nel suo territorio provinciale di Reggio Calabria (esclusa la città di Reggio) lavorano 800 medici - senza contare i convenzionati e quelli di famiglia - per 350/400 posti letto. La stessa Asp registra la più alta percentuale di personale ospedaliero (cioè il 53%) ad avere il diritto di limitazione o esclusione dai turni di lavoro, perché fisicamente non idoneo o per assistere parenti gravemente malati. 53% significa che, su 1178, lavorano a regime ridotto 652 operatori sanitari vari. Nelle altre province, invece, la quota scende al 25-30%. A fronte di tutto questo risultano da regolarizzare in tutta la regione le posizioni di 900 dipendenti della sanità che lavorano da anni con contratti a termine. Le segnalazioni alle procure per irregolarità di ogni genere si moltiplicano ma, per dirla con il procuratore capo di Vibo Valentia Mario Spagnuolo «Le nostre indagini sono fatte tutte senza la collaborazione o, peggio, contro la volontà della parte offesa. E intanto, per citare un dettaglio, non c’è un solo controllo dei vigili del fuoco in una struttura sanitaria che non abbia trovato criticità sul fronte della sicurezza e della prevenzione». Criticità. La parola più citata nei discorsi, la più scritta nelle relazioni sulla sanità in Calabria.

Documentazione

Questionario sulla prevenzione del rischio clinico nelle strutture associate all'Aris.

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