La sanità è il settore portante di una società. In Calabria questo settore assorbe oltre il 60% delle risorse regionali, ma sin dal 2010 la nostra regione, per chiara volontà e responsabilità del centrodestra, è stata sottoposta a regime commissariale.. Nel 2010 l’allora Presidente Scopelliti, pensando di liberarsi da vincoli, lacci e lacciuoli (giunta, consiglio, ecc.).si recò da Berlusconi, allora Presidente del Consiglio e gli chiese di essere nominato Commissario della Sanità in Calabria. Quella fu la scelta più scellerata che si potesse compiere nei confronti della nostra regione. A seguito di quella decisione, infatti, lo stesso Scopelliti, che pensava di poter governare direttamente la sanità calabrese, fu affiancato da due tecnocrati, uno del Ministero delle Finanze e l’altro del Ministero della Salute e, da allora, tutto è stato ridotto solo ad un problema ragionieristico. Ciò che è accaduto negli anni a seguire è sotto gli occhi di tutti e i servizi sanitari si sono progressivamente indeboliti e depauperati”. Ad affermarlo il Presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, nel corso del suo intervento all’Assemblea provinciale del Pd svoltasi a Cosenza.
“In Calabria - ha aggiunto Oliverio - non esiste alcun ‘caso Scura’. Voglio dirlo con la massima determinazione e chiarezza. La sanità è un problema della Calabria e dei calabresi. Insisto su questo concetto perché vedo che, molti in buona fede e altri in malafede, tendono a dare una rappresentazione distorta di questa situazione, riducendola solo ad un mero scontro di potere tra me e l’attuale commissario. Se ci fosse stato un problema di questo genere avremmo assunto gesti eclatanti sin dall’inizio della nostra elezione alla guida della Regione. Il problema del Commissariamento lo poniamo oggi perché partiamo dai dati che documentano una situazione in continuo peggioramento. Nel 2010 la Regione pagava per i calabresi che si recavano fuori regione per curarsi 200 milioni di euro. A distanza di quasi sette anni di milioni l’ente regionale ne paga 300. Il numero di cittadini calabresi che, per curarsi, sono costretti a rivolgersi a strutture sanitarie esterne alla nostra regione, è in progressivo aumento”.
“Non c’è stato – ha proseguito Oliverio - un solo momento, in questi anni, in cui il trend si sia bloccato o invertito. I problemi sul territorio si sono drammaticamente aggravati. Negli ospedali la situazione è al collasso. Il Commissario, che ha supplito in tutto e per tutto la Regione e che aveva il compito non solo di risanare i debiti, ma anche di riorganizzare i servizi sanitari, oggi presenta un bilancio totalmente negativo che vede la Calabria sempre più distante dal resto del Paese per quanto riguarda l’offerta dei servizi sanitari. Il mio grido di allarme, quindi, non è un atto strumentale. Anche questo vorrei dirlo, perché Il governo del Paese è guidato da Gentiloni e, prima di lui, da Renzi, entrambi del mio stesso partito. Se ci fosse stato un esponente di un partito diverso alla guida del Paese la mia azione poteva anche essere sospettata di strumentalità. Il mio, purtroppo, è un grido sofferto. Lo voglio dire da qui a tutti i calabresi, indipendentemente dalle convinzioni e dalle appartenenze politiche di ognuno. E’ un atto profondamente sofferto perché più volte ho suonato il campanello di allarme”.