Con grande enfasi, sui mezzi di informazione, nei giorni scorsi è stata riportata la notizia sull’esito del controllo “a medio termine” sull’attività dei Direttori Generali delle Aziende ed Enti del Servizio Sanitario della Regione Sicilia: tutto bene, bravi tutti. Una sanità promossa, quasi un successo: tutti i manager sopra la soglia minima, a testimonianza indiretta che la scelta operata nel 2014, dopo 24 mesi di gestazione, sia stata saggia ed appagante. Ma è così? Non tutti sembrano essere d’accordo: territorio abbandonato sia in termini di attività di prevenzione (screening per le patologie tumorali, Spresal, attività veterinaria), sia per l’assistenza alle cronicità (malattie neurologiche, diabete, malattie respiratorie, scompenso cardiaco); accesso incontrollato ai Pronto Soccorso, per le difficoltà e carenze di dotazione del Servizio 118, con lunghissime attese per il primo controllo; liste di attesa smisurate per prestazioni strumentali specialistiche; insufficienza delle reti assistenziali tempo‐dipendenti (rete per l’Infarto, rete delle Unità per l’ictus ; rete traumatologica) sono i settori denunciati con maggiori criticità. Tanto è vero che il mantenimento di un accettabile livello di Assistenza Sanitaria in questa Regione è garantito dalla professionalità dei Dirigenti e del personale sanitario, costretto a turni massacranti - e dunque più esposto all’errore umano sempre possibile - quando in numero insufficiente e contrario alle stesse Direttive Regionali, sono assediati dalla folla di cittadini che chiede e pretende salute.

Documentazione

Questionario sulla prevenzione del rischio clinico nelle strutture associate all'Aris.

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