Se in Italia esistono realmente medici che falsificano le loro agende di appuntamenti per lavorare di meno, siamo veramente giunti al capolinea del nostrano senso di umanità. La notizia risale a qualche tempo fa, ma è venuta alla luce solo in questi giorni. Dieci medici specializzandi dell’Aou Careggi di Firenze sono accusati di avere manipolato il sistema informatico delle prenotazioni per alleggerire i propri turni estivi, esaurendo il numero di visite ed esami effettuabile ogni giorno con false prenotazioni per pazienti che poi non si presentavano. Per gli indagati già deciso il sacrosanto rinvio a giudizio. E speriamo immediata radiazione dagli albi professionali.
I fatti risalgono al periodo di luglio-agosto 2023. Nell’espletamento del loro servizio i Carabinieri del NAS hanno effettuato una serie di controlli per verificare le tempistiche delle ‘liste di attesa’ di una UOC dell’Ospedale Careggi di Firenze”. Dall’esame della documentazione messa a disposizione dall’Azienda Ospedaliera Careggi (“che ha fornito la massima collaborazione nel corso dello svolgimento degli accertamenti”, sottolineano i Nas) i Carabinieri hanno riscontrato che in quei mesi i dieci medici specializzandi, in concorso tra loro, procedevano a registrare sull’applicativo gestionale “CUP 2.0” del Careggi, varie prestazioni di specialità ed esami diagnostici, inserendo molteplici prenotazioni, anche nello stesso giorno, a nome del medesimo paziente che aveva invece prenotato una sola visita. In questo modo riempivano per più giorni le agende delle prenotazioni dell’unità, rendendo di fatto impossibile la prenotazione da parte dei soggetti che avevano necessità di svolgere quelle particolari visite o prestazioni.
“Con tale metodologia – si legge in una nota dei NAS - attuata soprattutto nella fascia oraria della prima mattina, i medici si garantivano una giornata lavorativa meno densa di impegni nei mesi di luglio ed agosto, andando così a interrompere e/o turbare il regolare svolgimento del pubblico servizio in ordine ad almeno 290 prenotazioni”. E c’è già qualcuno che quasi li giustifica dicendo “ma le ripercussioni sono state lievi…”.
Ora se siamo arrivati a questo punto, si capisce quanto siano grottesche certe proteste contro un qualsiasi Governo che non riesca ad organizzare, e dunque a finanziare, un Servizio Sanitario Nazionale, capace di rispettare una legge costituzionale, quale quella di assicurare il diritto alla salute di ogni cittadino italiano. Forse sarebbe il caso di cominciare a protestare e a manifestare nelle Piazze contro quella cultura della frode e della corruzione che ammorba, da decine e decine di anni, quello che una volta era il Bel Paese.
Qualche tempo fa in un’intervista rilasciataci da uno degli ultimi eletti a capo dell’Autorità nazionale anticorruzione (non facciamo nomi per rispetto della privacy), ci confessò il suo sconforto a causa della corruzione riscontrata nel Paese, in particolare proprio in ambito sanitario. La definì “un fiume alimentato da tanti rivoli sotterranei impossibili da frenare. Se ne sbarri uno ne sfocia un altro… e così all’infinito”.
Pesa riconoscerlo. Soprattutto per chi onestamente mette la propria professionalità veramente e concretamente al servizio della fragilità umana. E vogliamo credere che la maggior parte di chi opera per la salute del Paese, sia animato da questi sentimenti. Purtroppo però, anche quei pochi (ma sembrano aumentare a dismisura) che pensano a riempirsi le tasche più che a servire, partecipano indubbiamente all’affossamento del SSN. E poi lo contestano. Mettere ordine è senza dubbio difficile. Guardiamoci dentro, nel profondo di noi stessi e cerchiamo di capire se alcuni dei nostri comportamenti, anche quelli che ci sembrano più insignificanti, contribuiscano in qualche modo a collocare l’Italia nella parte alta della classifica dei Paesi con un più elevato tasso di corruzione, circondati da tanti Paesi del Terzo Mondo, sino confonderci con essi.
Sicuramente la corruzione è anche figlia dell’ingiustizia, dell’ingiustizia sociale in particolare. Cerco di arraffare di qua e di là per arrivare a quello che mi consentirebbe di avere una vita comoda, come ce l’hanno quelli che siedono in alto e giustamente guadagnano più di me; ma esageratamente si portano a casa centinaia di milioni di euro all’anno. Anche se lavoro dodici ore al giorno, mi spacco la schiena e mi privo della gioia di godermi i miei figli, raccolgo solo le briciole che cadono dai tavoli sui quali si mangia cibo abbondante. A volte è cibo frutto proprio della corruzione, quando non dell’ingordigia. Non è retorica: una recentissima indagine dell’ISTAT registra una diminuzione degli stipendi dei quadri impiegatizi e operai del 8,8 % rispetto al 2023. Cioè, mentre l’inflazione cresce gli stipendi calano. Non riguarda certamente maxi Dirigenti, mega Direttori, consiglieri di varia specie, autorizzati ad aumentarsi da soli stipendi e commissioni.
Tra i Paesi della UE siamo forse gli unici ad avere questo “privilegio”.