News & Eventi

News

News

Allarme dell’Ocse: “Il 15% delle diagnosi è sbagliato, tardivo o senza esito”

“Sono errori che costano miliardi e mettono a rischio la vita delle persone”

Un nuovo rapporto dell’OCSE rivela che gli errori diagnostici costano miliardi ogni anno e mettono a rischio la vita di migliaia di pazienti. Ma se si riuscisse a ridurre le diagnosi sbagliate almeno della metà si potrebbero risparmiare quasi 700 miliardi di dollari. Lo studio – si legge in una nota - si intitola "The Economics of Diagnostic Safety" ed affronta in modo dettagliato un tema ancora troppo poco discusso: l'impatto economico e umano degli errori nella diagnosi medica. Secondo l'OCSE, fino al 15% delle diagnosi effettuate nei Paesi membri è “errata o avviene troppo tardi”. Un dato impressionante, che si traduce – avvertono gli autori del report - non solo in enormi sofferenze per i pazienti, ma anche in costi elevatissimi per i sistemi sanitari. L'organizzazione stima che il peso economico complessivo di questi errori possa raggiungere il 17,5% della spesa sanitaria, pari a circa 1,8% del PIL, dei Paesi aderenti. In altre parole, gli errori di diagnosi non sono solo un problema clinico, ma un gigantesco “buco nero” per le casse pubbliche.

Secondo il rapporto, tra le cause principali degli errori diagnostici ci sono “la complessità crescente del sapere medico, la frammentazione delle cure, la pressione sugli operatori sanitari e, non da ultimo, una formazione spesso incentrata più sulla malattia che sul paziente”. Inoltre, molti sistemi sanitari non hanno ancora strumenti efficaci per rilevare e correggere sistematicamente questi errori.

Cosa fare? L’OCSE non si limita a sollevare il problema, ma propone anche una serie di interventi concreti, rivolti a governi, ospedali, professionisti e pazienti stessi. Come, ad esempio, “migliorare la formazione clinica, includendo il tema dell'errore come parte integrante del percorso di crescita professionale; coinvolgere di più i pazienti, rendendoli partecipi del processo diagnostico e informandoli sui rischi legati a diagnosi eccessive o mancate; utilizzare meglio le tecnologie digitali, incluse le soluzioni di intelligenza artificiale, ma sempre con validazioni rigorose”. Ed inoltre: “Creare linee guida e standard nazionali per garantire uniformità nella lettura dei test e nella comunicazione delle diagnosi; e costruire sistemi integrati di raccolta dati, per monitorare in modo trasparente e costante la qualità delle diagnosi”. Una sfida che riguarda tutti i Paesi che fanno parte dell’OCSE, e quindi anche l'Italia. Come sottolinea il rapporto, “non si tratta solo di evitare gli errori, ma di costruire un sistema in cui sbagliare diventi sempre più difficile. E per farlo, serve un investimento condiviso da tutti gli attori della sanità: istituzioni, professionisti e cittadini. Perché investire nella diagnosi sicura è una scelta lungimirante, in quanto salva vite, migliora la qualità dell'assistenza e consente di risparmiare risorse preziose".


Richiedi informazioni