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Anziani, il 38% vive solo ed è a rischio di malnutrizione

Allarme al VII Congresso Nazionale SINuC

In Italia il 38 % delle persone anziane “vive solo e a rischio di malnutrizione”. È l'allarme lanciato da geriatri, medici specializzati, infermieri e volontari in occasione del VII Congresso Nazionale SINuC (Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo) svolto a Genova. Dalle relazioni presentate alle assise, è stata messa a fuoco una delle problematiche che gravano maggiormente su chi è avanti con l’età ed è costretto a vivere in solitudine, vale a dire la cattiva alimentazione. Un male – si legge in una nota – che “si innesta in sindromi geriatriche già composte da più patologie croniche come diabete, l'insufficienza renale cronica, l'ipertensione arteriosa, lo scompenso cardiaco e le aritmie, e quadri complessi come demenze, l'incontinenza, e la malnutrizione proteico-energetica”. Quest'ultima – è stato particolarmente sottolineato – si tratta di “una condizione che rende necessario uno sforzo di prevenzione in quanto si tratta di una alterazione funzionale, che nasce dal delta tra fabbisogni nutrizionali specifici ed introito e capacità di utilizzare di nutrienti essenziali” ed energetici.

Carenze e fabbisogni di cui hanno particolarmente bisogno gli anziani italiani. "D'altro canto – l’analisi del professor Alessio Molfino, del Dipartimento di Medicina Traslazionale e di Precisione della Università La Sapienza di Roma - l'Italia è il secondo Paese più vecchio al mondo: gli over 65 sono 14 milioni, più del 20% della popolazione, e nel 2050 saranno 20 milioni, il 35%. Mentre gli ultraottantenni, che oggi rappresentano il 7% della popolazione, raddoppieranno entro il 2050 raggiungendo i 9 milioni di unità”. Gli anziani – l’avvertenza degli esperti SINuC - pur avendo un fabbisogno nutrizionale non troppo dissimile da quello degli adulti, necessitano di diversi accorgimenti, con particolare attenzione all'introito proteico sufficiente a mantenere l'omeostasi muscolare, agli antiossidanti, agli acidi grassi polinsaturi e alle vitamine. Si tratta di un equilibrio delicato, tanto che tra il 2 e il 30% di quelli che vive in casa “risulta – spiega Morlino - essere interessato da qualche forma di malnutrizione, quota che aumenta in coloro che vivono in una RSA per raggiungere un picco tra quelli ospedalizzati. Ma sappiamo anche che una quota consistente di anziani in Italia, circa il 38%, vive in solitudine e questo, insieme alle condizioni tipiche dell'età, li pone a maggior rischio di nutrizione inadeguata che può influire sulle loro condizioni di salute".

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