ARIS e altre 9 associazioni di settore ( Aiop, Ansdipp, Anaste, Airs, Confapi Sanità, Diaconia Valdese, Legacoop sociali, Uripa e Uneba) hanno chiesto un incontro al ministro della salute Orazio Schillaci, al viceministro delle politiche sociali Maria Teresa Bellucci e al presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga. per evidenziare le conseguenze per le Rsa derivanti dalle sentenze per cui “le rette di degenza in RSA per i malati di Alzheimer, sono a totale carico del Sistema Sanitario Nazionale in caso di inscindibilità delle prestazioni sanitarie da quelle sociali”.
“I nostri servizi che, in quanto accreditati e componenti del sistema dei LEA, sono chiamati ad applicare le normative regionali – si legge nella lettera delle Associazioni - vengono oggi chiamati in giudizio dagli utenti, con richieste di rimborso di rette già pagate o per rifiuto di pagamento delle quote di compartecipazione sociale, ritenute non dovute. I gestori, che non possono rispondere direttamente dell’applicazione di dette normative, subiscono gli immediati effetti economici negativi, cui possono porre rimedio solo attraverso ulteriori azioni legali di recupero nei confronti dei Comuni, delle Aziende Sanitarie Locali o delle Regioni”.
Nella situazione attuale, quindi, le strutture devono subire l’immeritata ostilità degli utenti e sono costrette a intraprendere azioni legali solo per avere il legittimo pagamento delle prestazioni di assistenza, cioè del lavoro del personale per gli anziani accolti.
“In questo panorama - prosegue la lettera inviata – il D.Lgs. n° 29 del 15 marzo 2024 ‘Disposizioni in materia di politiche in favore delle persone anziane, in attuazione della delega di cui agli articoli 3,4 e 5 della legge 23 marzo 2023 n° 33’ (decreto attuativo della riforma della non autosufficienza) introduce alcuni elementi che appaiono rilevanti rispetto alle problematiche relative al regime di tutele e, di conseguenza, alle regole relative alla ‘compartecipazione’ alla spesa”.
Per tutto questo, evidenziano le associazioni, “è necessario affrontare con la massima urgenza le complesse tematiche relative alla tutela delle persone anziane non autosufficienti e/o disabili psico-sensoriali, o che necessitano di ‘cure palliative’, al fine di evitare che nuovi elementi, aggiunti alle complessità dell’attuale situazione, possano determinare una condizione che renda ingestibili i servizi, causando danni ai malati, alle famiglie ed alle organizzazioni di assistenza e cura, pubblici e privati”.
Per questi motivi le associazioni hanno chiesto congiuntamente un incontro, anche nell’ottica della individuazione di un tavolo tecnico per la definizione delle soluzioni più idonee per il contenimento della spesa e la limitazione dei contenziosi.