di Virginio Bebber
In unione e comunione con l’intero Popolo di Dio la famiglia dell’ARIS accoglie con gioia e speranza il suo nuovo Pastore, Papa Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, sessantanovenne, agostiniano. Si è presentato con umiltà, ma ha lasciato intravvedere la determinazione con la quale intende proseguire nel cammino tracciato da Papa Francesco. Anche se lo farà, sembra di aver capito, con un suo proprio stile, equilibrato quanto moderato, in grado di mettere d’accordo i cosiddetti “conservatori” con gli altrettanto cosiddetti “progressisti”. E’ certamente un Pastore forgiato da oltre vent’anni di missione, guida sicura sbocciata all’interno della Congregazione agostiniana come Provinciale prima e, per due mandati in successione, come Generale, giunta a maturità in una piccola diocesi peruviana, Chiclayo. Non per nulla “In Illo uno unum” è il suo motto vescovile, la celebre frase proprio di Sant’Agostino, il grande dottore della Chiesa, con la quale in uno dei suoi sermoni volle spiegare che "sebbene noi cristiani siamo molti, nell'unico Cristo siamo uno". Ecco il senso di quanto ha voluto comunicarci Papa Prevost nel suo primo saluto, con parole semplici, ma profonde: “Sono cristiano con voi e vescovo per voi”, sottolineando così il valore dello stare insieme, dell’essere comunità unita nel nome di Cristo. Questa affermazione richiama immediatamente l’immagine di un pastore che si mette al servizio del suo gregge, pronto ad ascoltare, guidare e condividere il cammino di fede con tutti i figli di Dio.
Ma la prima parola pronunciata, appena apparso alla Loggia delle Benedizioni, è stata PACE. C’era forse da aspettarsi un richiamo alla pace dal nuovo Pontefice, chiunque egli fosse. Tuttavia, la pace che egli ha auspicato non era precisamente quella pace superficiale e momentanea che spesso si cerca di ottenere attraverso accordi politici o sociali. No, Papa Leone XIV ha invocato una pace più profonda, la pace diremmo cristica, radicata nel sacrificio di Cristo sulla croce. Una pace che, nata dall’amore divino per l’uomo, supera ogni divisione e ogni conflitto, perché si fonda sulla riconciliazione e sulla misericordia. È questa la vera pace che la Chiesa deve testimoniare e diffondere nel mondo: quella che nasce dall’incontro con il Signore, che trasforma i cuori e unisce le persone in un’unica famiglia. E senza nascondere la sua commozione, più che l’emozione, ha invocato subito dopo l’amore, la comunità sinodale e all’unione tra tutti i membri del popolo di Dio affinché tutti insieme si possano costruire ponti e non muri di divisione. Parole e pensieri che lo hanno legato per sempre a Papa Francesco sin dal loro primo incontro in Perù, nel gennaio del 2018. E’ stato dunque spontaneo il suo ringraziamento a Papa Bergoglio con voce tremula, schiarita con il classico “tirar su col naso” con il quale di solito si cerca di chiudere le porte alle lacrime.
E con Francesco ha ribadito che non ci sono distinzioni di razza, di cultura o di condizione sociale: siamo tutti figli dell’unico Dio, che è Amore gratuito e universale. Questa consapevolezza deve essere il motore di un cammino comune, di una Chiesa che si apre al mondo con cuore aperto e braccia tese. Solo così, ha detto, si può arrivare alla vera pace, “la pace disarmata e disarmante” ha ripetuto, quella che nasce dall’amore di Cristo, che ci invita a essere strumenti di pace e di riconciliazione in ogni ambito della vita quotidiana.
Il suo messaggio è chiaro e forte: la Chiesa deve essere un faro di speranza, un luogo di accoglienza e di ascolto, un esempio di unità e di amore, di aiuto verso chi soffre. Solo così potremo costruire un mondo più giusto, più pacifico e più fedele alla volontà di Dio. Papa Leone XIV ci invita a camminare insieme, con cuore aperto e spirito di servizio, per sentirci chiamati a vivere nell’amore e nella comunione.
Benvenuto, caro Papa Leone XIV: il tuo esempio e le tue parole ci guidano verso un futuro di speranza e di pace, in cui ogni cuore può trovare riposo e ogni vita può essere illuminata dalla luce dell’amore divino. La nostra famiglia dell’ARIS ti accoglie con tutto l’amore che hai saputo già accendere nel cuore di quanti ti hanno conosciuto. Noi ti assicuriamo che trasmetteremo questo tuo amore alle tante, tantissime persone che a noi si rivolgono nel momento della sofferenza causata dalla fragilità umana, dalla malattia, dall’abbandono nel momento terminale dell’avventura terrena.
Lo faremo con te che sei con noi e per te che sei per noi.
Nella sezione Documentazione di questo sito è disponibile una breve biografia di Papa Leone XIV