Oltre 2.000 pazienti sottoposti a intervento chirurgico per l'impianto di protesi d'anca, ginocchio o spalla nel corso del 2024. E ancora, più di 100 persone sottoposte alla sperimentazione del trapianto di staminali per la rigenerazione dei dischi intervertebrali.
E’ la sintesi numerica dell'attività dell'Unità Operativa Complessa di Ortopedia e Traumatologia della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, nell’ambito dello sviluppo di strategie innovative per prevenire, diagnosticare e curare le patologie dell'apparato muscolo-scheletrico. Si tratta di attività cruciali – si legge in una nota del Campus - per migliorare la qualità della vita di una popolazione che sta invecchiando sempre più. Secondo dati Istat, nel 2050 un italiano su tre avrà infatti più di 65 anni.
Ne ha parlato, in rappresentanza della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, il professor Rocco Papalia, direttore dell'Unità di Ortopedia e Traumatologia, al G7 Salute svolto a Genova nell’evento “Healthy and Active Ageing through Life-Long Prevention and Innovation”, dedicato alle strategie di prevenzione per una vita sana e un invecchiamento attivo. L'incontro era stato inserito nel terzo gruppo di lavoro sulla salute organizzato dal forum intergovernativo la cui presidenza quest'anno è affidata all'Italia.
Per l'impianto di protesi, la Fondazione ha sviluppato un'innovativa presa in carico che prevede anche lo studio di oltre cento parametri, da quelli delle TC (Tomografie computerizzate) preoperatorie a quelli dell'analisi del cammino dopo l'intervento, per monitorare tutte le fasi del percorso clinico dei pazienti. “Grazie a questo approccio, i pazienti – riferiscono alla Fondazione - hanno una veloce ripresa. Il 98% degli assistiti è in grado, infatti, di camminare già il giorno dopo l'intervento…”. Gli specialisti del Campus hanno attivato anche lo sviluppo di terapie a base di prodotti cellulari, cioè le sostanze rilasciate dalle cellule staminali nell'organismo (il cosiddetto "secretoma"), come ormoni, interferoni e fattori di crescita. Questi filoni di studio sono parte dell'impegno della Fondazione nello sviluppo della ricerca, con l'obiettivo di conseguire il riconoscimento di Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) nella disciplina dell'Ortopedia, il cui percorso è stato già avviato. "In passato, l'artrosi spesso limitava gli anziani, impedendo loro di essere attivi e riducendo quindi di molto la loro qualità di vita", ha osservato al G7 Salute il professor Papalia, che poi ha aggiunto: "Tuttavia i recenti progressi nelle protesi ortopediche, in particolare negli interventi di sostituzione articolare di anche e ginocchia, hanno portato a una rivoluzione nella mobilità e nell'indipendenza degli anziani". In tal senso, un progresso fondamentale nel campo è certamente rappresentato dalla chirurgia assistita da robot. Secondo Papalia, "i sistemi robotici consentono una pianificazione precisa utilizzando tecniche di imaging avanzate, personalizzando piani chirurgici su misura per l'anatomia unica di ciascun paziente".
Questa precisione, la conclusione del professore, è "fondamentale per i pazienti anziani con qualità ossea compromessa o deformità articolari dovute all'invecchiamento, facilitando un'accurata preparazione dell'osso e il posizionamento dell'impianto con danni tissutali minimi e minori complicazioni". La medicina rigenerativa sta "cambiando radicalmente il modo in cui affrontiamo e trattiamo patologie come la degenerazione della cartilagine e del disco intervertebrale o i difetti ossei", ha commentato in tal senso anche il professor Vincenzo Denaro, direttore scientifico del Campus Bio-Medico e fondatore dell'area di Ortopedia, secondo il quale "una strada promettente riguarda le cellule staminali mesenchimali, che possono trasformarsi in diversi tipi di cellule, come quelle cartilaginee, ossee e del disco intervertebrale".
Staminali e dischi vertebrali. Gli studi in corso presso il Campus Bio-Medico applicano la medicina rigenerativa, che sfrutta la naturale capacità del corpo di guarire e rigenerare i tessuti danneggiati. I risultati preliminari – i ricercatori della Fondazione - mostrano che il trapianto di Staminali dal paziente o da donatore nel disco intervertebrale promuove il ripristino dell'altezza del disco, ne migliora l'idratazione e le proprietà biomeccaniche. Ed i pazienti trattati riportano una riduzione del dolore, un aumento della mobilità e una diminuzione della necessità di interventi chirurgici.
L'impianto di protesi di anca e ginocchio. La tecnologia consente una maggiore precisione rispetto alle tecniche tradizionali perché la protesi è impiantata in modo personalizzato: grazie alla raccolta di un numero molto elevato di dati, al software del robot e alle immagini TC, lo specialista ortopedico realizza un iter chirurgico - unico per il paziente - per l'anatomia, i legamenti, l'articolazione e lo spessore della cartilagine. L'impiego di tecnologia robotica garantisce un'elevata precisione nel collocamento e nell'allineamento della protesi e una riduzione di rischi di infezione, del sanguinamento della ferita, del dolore post-operatorio e di tempi di ospedalizzazione. Anche l'intervento si riduce in durata, passando da un'ora e mezza di media a un'ora, con un conseguente minore affaticamento del paziente. Si tratta di un dato di rilievo perché la platea dei pazienti che possono beneficiarne è ampia: sono diverse le patologie per cui è indicato il suo impiego in sala operatoria, dall'artrosi, osteoartrosi e artrosi post-traumatica del ginocchio all'artrosi e alle fratture del collo del femore per l'intervento di protesi all'anca.