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Campus Bio-Medico - Proposto un piano di prevenzione pandemica per il Giubileo

Via ad un piano di prevenzione pandemica per il prossimo Anno Santo. E’ stato approntato dai professori Francesco Branda e Massimo Ciccozzi del Università Campus Bio-Medico di Roma, insieme a Fabio Scarpa, docente dell’Università di Sassari. Il progetto, dal titolo Piano di Preparazione e Risposta alla Pandemia per il Giubileo 2025, è costruito – si legge in una nota –“intorno a sette pilastri strategici, tra i quali la sorveglianza epidemiologica è il fulcro del piano”, Unitamente a “prevenzione e controllo” che “sono al centro delle strategie operative” e di “campagne di vaccinazione mirate”. Un elemento innovativo del progetto è l’integrazione dell’approccio One Health.

Il Giubileo del 2024 – concordano gli autori del piano – “rappresenta un momento di profondo significato spirituale, culturale e sociale, capace di richiamare milioni di pellegrini da tutto il mondo a Roma in un’esperienza collettiva di rinnovamento e celebrazione”. Un movimento internazionale socio-spirituale e turistico allo stesso tempo che, stando alle previsioni della Santa Sede, dovrebbe coinvolgere oltre 30 milioni di fedeli e pellegrini che arriveranno a Roma e in Vaticano. Eventi di questa portata – sottolineano al Campus Bio-Medico – “presentano sfide significative per la salute pubblica, poiché il rischio di diffusione di malattie infettive aumenta notevolmente in contesti caratterizzati da alta densità di popolazione e dalla mobilità internazionale su larga scala. La lezione delle epidemie e pandemie recenti, come quelle di Mers, Sars e Covid-19, ha mostrato quanto sia essenziale un approccio globale e integrato alla preparazione e alla gestione delle emergenze sanitarie. La storia insegna che la gestione tempestiva e coordinata può fare la differenza tra un focolaio isolato e una crisi sanitaria globale”.

Il Piano di Preparazione e Risposta alla Pandemia per il Giubileo 2024 – spiegano gli autori - si presenta come un’iniziativa innovativa, combinando ricerca scientifica avanzata, tecnologie moderne e strategie di salute pubblica specificamente progettate per proteggere sia i pellegrini che la popolazione locale. L’intero piano è costruito intorno a sette pilastri strategici che rappresentano la base per una risposta efficace e coordinata. “La sorveglianza epidemiologica, con strumenti all’avanguardia come il sequenziamento genetico e la bioinformatica, è – si legge in una nota - il fulcro del piano, garantendo un monitoraggio in tempo reale per l’identificazione precoce dei patogeni emergenti. La ricerca e innovazione, alimentate dall’uso di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e i modelli predittivi, mirano a ottimizzare gli interventi per affrontare eventuali crisi sanitarie in modo rapido ed efficace”.

Un altro aspetto fondamentale del piano “è la formazione e l’educazione di professionisti e comunità, attraverso programmi di sviluppo delle competenze, workshop e campagne di sensibilizzazione, per garantire che tutte le parti coinvolte siano pronte ad affrontare situazioni di emergenza. La collaborazione con organizzazioni sanitarie nazionali e internazionali viene riconosciuta come un elemento cruciale per assicurare risposte tempestive e coordinate, promuovendo lo scambio di conoscenze e risorse in modo efficace.

La prevenzione e il controllo sono al centro delle strategie operative, con campagne di vaccinazione mirate e iniziative di sensibilizzazione volte a ridurre il rischio di focolai.

Un elemento distintivo e innovativo è l’integrazione dell’approccio One Health, che riconosce  - sottolineano i firmatari del progetto - l’interconnessione tra salute umana, animale e ambientale, affrontando le malattie zoonotiche in modo olistico per prevenire la diffusione di patogeni attraverso specie diverse. “Questa iniziativa rappresenta non solo un passo avanti per l’Italia ma – sostengono al Campus Bio-Medico - anche un modello replicabile a livello internazionale per affrontare i rischi sanitari legati a eventi di massa”. Gli autori del piano sottolineano – infine - come il Giubileo, con il suo messaggio di rinnovamento e riconciliazione, offra l’opportunità di “rafforzare i sistemi sanitari globali, promuovendo un’etica di responsabilità collettiva e resilienza. La preparazione pandemica non è più una scelta, ma una necessità pratica e morale per garantire un futuro più sicuro e sano per tutti, dimostrando che, così come le malattie non conoscono confini, neanche le soluzioni devono averne”.

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