Dal Report Agenas solo il 3 % a pieno regime
Se non è un fallimento, poco ci manca. Di sicuro finora è un flop. Stiamo parlando dell’entrata in funzione delle Case di Comunità che – secondo il nuovo Report Agenas - appena il 38% di quelle previste dalla legge istitutiva risultano attive. Ma è allarme per le Case di Comuità a pieno regime con medici e infermieri stabilmente inseriti, che non sono nemmeno il 3%. Con le Regioni del Sud alle prese con ritardi drammatici. E questa la preoccupante “fotografia” scattata dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali sui risultati del monitoraggio sul Dm 77/2022 relativo al primo semestre 2025, secondo il quale risulta attivo, tra l’altro, solo un Ospedale di Comunità su 4 rispetto ai 592 previsti.
Ma analizziamo i dati. Sono 660 le Case di Comunità (Cdc) con almeno un servizio attivo presenti sul territorio nazionale al primo semestre 2025, rispetto alle 1.723 strutture previste (ossia il 38% di quelle programmate). Quelle con tutti i servizi obbligatori attivi e con la presenza medica e infermieristica - h 24 e 7 giorni su 7 nelle CdC Hub e 12 ore al giorno per 6 giorni a settimana nelle CdC spoke - sono appena 46, meno del 3% del totale. E sono 172 le Case di Comunità dotate di tutti i servizi obbligatori, ma senza la presenza di medici e infermieri (circa il 10%). Gli Ospedali di Comunità attivi sono 153 su un totale di 592 strutture previste, circa il 25% del totale.
Vanno, invene, molto meglio le Centrali operative territoriali (Cot): sono attive e pienamente funzionanti 638 rispetto alle 651 programmate. Di queste 638, 480 hanno raggiunto il target di rilevanza comunitaria rendicontato dal Ministero della Salute alla Commissione Europea. Vale a dire, le uniche strutture che superano il target in linea con gli standard previsti dal Dm 77/2022.
Nello specifico, delle 660 Case di Comunità con almeno un servizio attivo a metà 2025, 142 sono in Lombardia, 140 in Emilia-Romagna e poi a seguire 95 nel Lazio, 70 in Toscana e 63 in Veneto. In negativo spiccano Abruzzo, Campania, Basilicata e Provincia Autonoma di Bolzano con nessuna Casa di Comunità con almeno un servizio attivo. Numeri bassi anche per Puglia (1 sola Cdc con almeno un servizio attivo), Calabria, Provincia Autonoma di Trento e Molise con appena 2 Cdc.
In particolare, delle 46 Case di Comunità pienamente attive con tutti i servizi obbligatori e con la presenza di medici e infermieri, è la Lombardia la Regione con il maggior numero presenze, con 12 Cdc attive, seguita dall’Emilia Romagna (8 Cdc), Toscana (7) e Lazio (5). Da notare come in ben nove regioni non vi sia nessuna Cdc attiva con i servizi e il personale sanitario.
La Regione con più Cdc dotate di tutti i servizi obbligatori, ma senza la presenza medica e infermieristica è la Lombardia con 64 strutture, seguita dall’Emilia Romagna con 32 CdC. Sono 23 quelle presenti in Toscana. In Campania e nella Provincia Autonoma di Bolzano non c’è nulla.