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Demenza, in Italia il 75% dei malati senza diagnosi, entro il 2050 2,3 milioni di persone colpite

Allarme a governi e istituzioni della Federazione Alzheimer

Aumentano in Italia le persone colpite da demenza. Un male che colpisce quasi tutte le fasce d’età, specialmente anziani, tra i quali i casi di demenza senile sono i piu’ frequenti. Dati alla mano, nel nostro paese i soggetti affetti da questo male sono 1.480.000, un numero in crescita destinato a toccare quota 2,3 milioni di casi entro il 2050: il 55% in più rispetto a oggi. E’ una vera e propria emergenza causata dal fatto che circa il 75% dei malati non riceve una diagnosi e l'85% è senza supporto. L’allarme arriva, in occasione della 13esima edizione del Settembre dell’Alzheimer, da parte della sezione italiana dell’Adi (Alzheimer's Disease International). Che in una nota sollecita governi ed istituzioni ad “agire con urgenza per aumentare la consapevolezza sulla demenza e combattere lo stigma che rimane ancora un ostacolo alla diagnosi, al trattamento, alla cura e al supporto necessari. Il momento è ora".

La demenza, ricordano gli analisti della Federazione Alshzemier, è la settima causa di morte nel mondo. Ne è vittima una persona ogni 3 secondi. A livello internazionale le stime parlano di oltre 55 milioni di malati, che secondo le previsioni saliranno a 78 milioni tra 5 anni e a 139 milioni entro il 2050. Un problema sanitario, sociale ed economico planetario dagli effetti negativi anche in materia economica. Infatti, attualmente il costo annuale della demenza è stimato in 1,3 trilioni di dollari e ci si aspetta che raggiungerà i 2,8 trilioni nel 2030. Diversi i fattori di rischio. La Lancet Commission ha aggiornato di recente l'elenco aggiungendo la perdita della vista non trattata e un alto livello di colesterolo 'cattivo' Ldl agli altri già comprovati: inattività fisica, fumo, eccessivo consumo di alcol, lesioni alla testa, contatti sociali poco frequenti, obesità, ipertensione, diabete, depressione, disturbi dell'udito, scarsi livelli di istruzione ed esposizione all'inquinamento atmosferico. Passano quindi dal 40% al 45% i casi di demenza previsti nel mondo entro il 2050 che potrebbero essere ritardati o addirittura evitati intervenendo su questi 14 fattori.

"Davanti a questi numeri non si può restare indifferenti - afferma Katia Pinto, presidente della Federazione Alzheimer Italia - La demenza è una priorità mondiale di salute pubblica, come riconosciuto anche dall'Organizzazione mondiale della sanità. E' urgente, quindi, agire e tutti dobbiamo prenderne consapevolezza. In primis i governi e le istituzioni, che devono adottare al più presto misure per combattere i fattori di rischio e garantire a tutte le persone con demenza pari diritti e opportunità di accedere a servizi di assistenza e supporto post diagnostico; ma anche i singoli cittadini, perché ognuno di noi può fare la sua parte per combattere lo stigma e contribuire così a migliorare la qualità di vita delle persone con demenza e delle loro famiglie".

Paola Barbarino, amministratore delegato di Adi, sottolinea che "bassi livelli di consapevolezza, disinformazione e discriminazione ostacolano gli sforzi per combattere la demenza. Molte persone ignorano i segnali di allarme". "Il 75% di coloro che convivono con una demenza lo fa senza diagnosi", evidenzia Barbarino. Eppure "con una diagnosi tempestiva le persone possono accedere al supporto post-diagnostico necessario per consentire loro di vivere bene e in modo indipendente il più a lungo possibile. Ma anche su questo c'è ancora molto da fare: l'85% delle persone con demenza, compresi i casi non diagnosticati, non riceve alcun supporto post-diagnostico. In questo XIII Mese mondiale Alzheimer lo diciamo forte e chiaro: è tempo di agire sulla demenza. Ogni momento conta".

Ed ancora: "Dei 194 Stati membri dell'Oms che si sono impegnati a farlo nel 2017, ben 155 non hanno ancora un Piano nazionale demenze”, lamenta Pinto. E, aggiunge, “dei 39 piani attualmente implementati, molti mancano di strategie complete per combattere lo stigma e sostenere concretamente le persone con demenza e le loro famiglie. I governi hanno un ruolo cruciale da svolgere, ma il tempo sta scivolando via. Il prossimo 8 ottobre si terrà ad Ancona il G7 della Salute presieduto dall'Italia. Rivolgiamo quindi un appello alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro della Salute Orazio Schillaci, perché portino sul tavolo il tema della demenza e sottolineino l'urgenza di interventi concreti. Serve una strategia globale per combattere la demenza e serve ora: l'Italia si faccia portavoce dei diritti delle persone con demenza e delle loro famiglie per cambiare il futuro di questa condizione".

Nel Mese mondiale Alzheimer, Federazione Alzheimer Italia e le associazioni affiliate organizzeranno diverse iniziative di sensibilizzazione e informazione lungo la Penisola (l'elenco è online disponibile su dementiafriendly.it/mese-mondiale-alzheimer). Fra le altre, venerdì 20 settembre dalle 9.30 alle 17.30 si terrà a Palazzo Sersanti a Imola il convegno pubblico 'Costruire insieme una società a misura di persona con demenza. Esperienze di realtà inclusive in Italia'. Protagoniste realtà come scuole, enti locali, uffici pubblici, negozi e musei che hanno avviato progetti mirati a far sentire le persone con demenza e le loro famiglie sempre accolte, ascoltate e coinvolte attivamente. L'ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria.

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