“E’ l’inizio di una nuova era per il nostro ospedale”. Il dottor Domenico Vincenzi, presidente della Fondazione Betania (nella foto) non nasconde la propria soddisfazione alla cerimonia di inaugurazione della nuova sede dell’Ospedale Evangelico Betania di Ponticelli, (Na), che ospiterà gli uffici amministrativi, e della posa della prima pietra che ha dato il simbolico avvio ai lavori di ampliamento della storica struttura sanitaria napoletana. L’evento si è svolto nella ampia sala conferenze della nuova sede – intitolata a Sergio Nitti, presidente della Fondazione Betania per 30 anni, scomparso nel 2020 –, presenti una folta rappresentanza del personale, esponenti delle chiese evangeliche fondatrici dell’Ospedale e delle istituzioni. Tra le autorità, oltre al presidente Vincenzi, il direttore generale Vincenzo Bottino, Alessandra Trotta moderatore della Tavola valdese, Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania.
«La giornata di oggi – ha dichiarato, tra l’altro, il presidente della Fondazione Betania - ha rappresentato l’inizio di una nuova fase dell’Ospedale, incentrata su sviluppo, innovazione e modernità, fermi i valori di cura, accoglienza e solidarietà che costituiscono la stella polare della nostra missione di testimonianza evangelica sul territorio. L’obiettivo è anche quello di rafforzare i progetti di medicina solidale della Fondazione». Un ampliamento che è anche un sogno di crescita diventato realtà. «Oggi – ha infatti sottolineato il dottor Vincenzi - realizziamo uno dei sogni di Teofilo Santi, il fondatore dell’Ospedale, che già nel 1978 immaginava un ampliamento della struttura, per far fronte alle esigenze del territorio ed alla cronica carenza di posti letto a Napoli”.
“La storia dell’ampliamento dell’ospedale – ricorda ancora Vincenzi - ha attraversato gli ultimi 30 anni della vita dell’Ospedale, con progetti iniziati, sulla carta, abbandonati, poi ripresi, rimodulati, fino a circa 2 anni e mezzo fa, quando la possibilità della sua realizzazione sembrava definitivamente tramontata, anche perché ad un certo punto si era messa in discussione la sopravvivenza stessa dell’ospedale, che attraversava un difficile periodo di crisi economica-finanziaria. Grazie alla determinazione del Consiglio direttivo della Fondazione e del management abbiamo innanzitutto messo in campo un progetto di ristrutturazione aziendale, di contenimento dei costi e di riequilibrio economico-finanziario. E questo ci ha permesso, grazie anche al fondamentale contributo della Tavola Valdese, di rimodulare il progetto dell’ampliamento sulla base delle reali esigenze dell’ospedale, con un investimento più contenuto rispetto ai progetti precedenti».
Quanto alle principali novità, il presidente indica in particolare “l’installazione della risonanza magnetica, la ristrutturazione del blocco operatorio, con la creazione di una sala ibrida e di una sala robotica, la creazione di due ambulatori chirurgici per gli interventi a bassa intensità, la creazione di una nuova endoscopia con due colonne endoscopiche che consentirà di abbattere le liste d’attesa, e l’implementazione dei progetti di medicina solidale e di prevenzione». Precisando, tuttavia, che «la nostra azione ed i nostri progetti sono e continueranno sempre ad essere orientati dalla nostra identità evangelica. Non perseguiamo la logica del profitto, le nostre tariffe per le prestazioni non convenzionate sono le più basse in Campania, preserviamo e garantiamo quell’approccio olistico alle cure che rappresenta il valore fondante della nostra opera».