News & Eventi

News

News

Francesco, il Papa del Vangelo

La sua eredità: pendersi cura degli altri sempre a cuore aperto

Chissà cosa direbbe oggi Papa Francesco nel leggere i titoli cubitali con i quali praticamente tutti i quotidiani, mentre ne annunciano la scomparsa, lo etichettano nei modi più svariati pur senza cogliere l’essenza della sua vera testimonianza. Lo hanno dipinto chi come “il Papa degli ultimi”, ed è vero; chi come “il Papa dei diseredati”, ed è vero; chi come “il Papa della pace”, ed è vero; chi come “il Papa della speranza”, ed è vero; chi come “il Papa della misericordia”, ed è vero; chi come “il Papa del rinnovamento della Chiesa al passo con i tempi” ed è altrettanto vero. Forse però sarebbe meglio non etichettare Francesco perché significherebbe limitare i confini della sua missione nel farsi realmente Vicario di Cristo in terra. O se proprio vogliamo ricordarlo con un’immagine, forse sarebbe meglio farlo pensandolo come “ il Papa di tutto e di tutti”, “il Papa del Vangelo”, “il Papa delle beatitudini incarnate”.  Mai primo tra i primi ma sempre ultimo tra gli ultimi: questo voleva essere Bergoglio.

In un mondo che spesso corre veloce, che si perde tra le luci sfavillanti del successo e dell’apparenza, Papa Francesco ci ha ricordato con forza e dolcezza che la vera ricchezza si trova nel cuore di chi sa ascoltare, accogliere e amare tutti, soprattutto i più fragili. La sua vita, il suo esempio e le sue parole sono un inno alla dignità di ogni essere umano, specialmente di coloro che sono stati messi ai margini della società. È stato sempre con le braccia aperte ed il sorriso sulle labbra come se ci volesse dire: “Vieni, anche tu puoi essere parte di questa grande famiglia, perché nessuno è estraneo a Dio”. Per lui, ogni persona aveva un volto sacro, un volto che merita rispetto, ascolto e cura. I suoi non sono mai stati solo gesti di carità, ma atti che reclamavano giustizia, solidarietà, fraternità, amore. Ci ha insegnato che la vera forza sta nel cuore aperto, nella capacità di mettersi in ascolto delle sofferenze degli altri e di agire con misericordia. È come se ci dicesse: “Non aver paura di abbassarti, di chinarti sui più fragili. È lì che si trova il vero tesoro”. Il suo esempio ci invita a riflettere su come ciascuno di noi possa fare la differenza, anche con piccoli gesti di gentilezza e solidarietà. Non si tratta di grandi imprese, ma di un semplice sguardo compassionevole, di una parola di conforto, di un aiuto concreto. È un richiamo a vivere con cuore aperto, senza giudizio, senza pregiudizio, perché in ogni diseredato, in ogni soffrente, c’è un invito a riscoprire la nostra stessa dignità e umanità.

La misericordia che ha costantemente raccomandato non è un atto isolato, ma un modo di vivere quotidiano. È un modo di essere nel mondo, di costruire ponti invece che muri, di tendere la mano invece che voltare lo sguardo altrove. La sua missione tra i più fragili è stata un esempio vivo di come l’amore possa cambiare le cose, di come la speranza possa germogliare anche nelle situazioni più difficili. In un’epoca in cui spesso si preferisce chiudere gli occhi di fronte alla sofferenza, Papa Francesco ci ha invitato a essere testimoni di misericordia, a essere strumenti di pace e di solidarietà. Nessuno – diceva -  è troppo povero, nessuno è troppo fragile per essere amato e accolto. Il suo deve risuonare per noi come un invito a riscoprire la nostra umanità più autentica, quella che si manifesta nel prendersi cura degli altri con cuore sincero.

Richiedi informazioni