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I medici del Servizio Sanitario Nazionale sono i più anziani d’Europa

Istat: “Nel 2025 oltre 13 mila camici bianchi in pensione”


 L'Italia è un Paese sempre più vecchio e la classe medica non fa eccezione, confermandosi la più anziana d'Europa. A rivelarlo è la Società Italiana Geriatria Ospedale e Territorio (Sigot), sulla base degli ultimi rivelamenti Istat. Il Servizio sanitario nazionale nell'arco dei prossimi 2 o 3 anni – si legge in una nota – “si appresta a vivere un ampio ricambio generazionale. Già a partire dal prossimo anno saranno oltre 13 mila i medici che andranno in pensione”, un dato tra i più alti a livello europeo. Da qui l’esigenza di coprire gli inevitabili “buchi” medico-assistenziali con l’assunzione di nuovi medici , attraverso “una fondamentale, nonché , adeguata formazione per le nuove leve, che vada oltre il percorso universitario”.

Come rilevano i dati Istat - riporta il comunicato della Sigot - negli ultimi vent'anni i residenti over 65 sono aumentati di oltre 3 milioni, arrivando a 14 milioni e 358mila (+5,1% rispetto al 2004); oltre la metà, 7 milioni e 439mila, ha almeno 75 anni. Allo stesso tempo, vi è anche l'invecchiamento del personale medico: i medici italiani sono i più anziani d'Europa. Secondo l'Istat, nel 2021 in Italia il 55% dei medici aveva almeno 55 anni, contro il 44,5% in Francia, il 44,1% in Germania e il 32,7% in Spagna. Inoltre, il numero di medici specialisti dipendenti del Ssn è diminuito in valore assoluto, passando da circa 105mila unità nel 2012 a circa 102mila nel 2021. Tra i motivi della cessazione, nel 2021, nel 20,9% dei casi il collocamento a riposo per limiti di età e nel 31,5% a dimissioni con diritto alla pensione.

"L'età media elevata dei clinici italiani rappresenta un elemento di criticità del sistema sanitario, in quanto emerge con forza proprio in una fase in cui la classe medica deve fronteggiare una crescente domanda di assistenza dovuta al progressivo invecchiamento della popolazione, con aumento delle malattie croniche e della multi morbilità - sottolinea Lorenzo Palleschi, presidente Sigot - La cessazione di attività di molti medici per raggiunti limiti di età pone poi l'urgenza di un ricambio generazionale: già oggi ci troviamo in quella che graficamente si definisce la 'gobba pensionistica', con il picco che sarà raggiunto nel 2025 con 13.156 pensionamenti. Solo nel 2030 si tornerà ai livelli del 2020, con 7.471 pensionamenti annuali, con tendenza alla diminuzione negli anni successivi".

"La sfida della formazione post laurea del personale medico richiede un maggior legame con la programmazione del Ssn - evidenzia Palleschi - In quest'ottica, Sigot ha accolto l'appello di Anaao Assomed, che ha proposto un percorso formativo in cui anche soggetti non universitari, come le società scientifiche, possano contribuire. Oltre ai consueti congressi e ai webinar, la nostra società propone un'offerta formativa strutturata specifica per i giovani, le Masterclass Sigot Young, corsi residenziali messi a bando e offerti da Sigot. Quest'anno ha suscitato grande interesse tra i giovani geriatri con numerose richieste di partecipazione la masterclass 'La presa in carico della complessità tra i diversi setting assistenziali', con focus sulla 'transitional care', ossia la continuità dell'assistenza e della presa in carico dell'anziano complesso tra ospedale e territorio. Il corso, rivolto a specialisti e specializzandi con meno di 40 anni, accreditato anche come Ecm, spazia da argomenti come la gestione delle infezioni e la stewardship antimicrobica a malnutrizione e disfagia, passando per le problematiche psico-cognitive, la sarcopenia e l'ipocinesia;

approfondisce il concetto di transmuralità in geriatria, esplora le nuove frontiere tecnologiche come la telemedicina e la tele-riabilitazione".

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