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Identikit dell’anziano italiano

A rivelarlo i dati di un’indagine dell’ISS

Vulnerabili, generosi e indispensabili. Sono questi gli over 65 italiani del XXI secolo. Una risorsa per la società, da proteggere e tutelare. Nel 28% dei casi non si risparmiano nel fornire aiuto ad amici, familiari e alla collettività nel suo complesso, nonostante uno su quattro abbia almeno due malattie croniche all’attivo. Il 40% degli ultra 65enni autonomi riesce a raggiungere, perticando attività fisica, i livelli di attività raccomandati dall’Oms, ma con l’avanzare dell’età le sedentarietà aumenta, soprattutto tra le donne. È questo l’identikit dell’anziano di oggi così come disegnato secondo i dati raccolti dall’organismo di sorveglianza dell’ISS “ ‘Passi d’Argento’. L’occasione per fare il punto sul benessere e lo stato di salute degli over 65 è la Giornata internazionale delle persone anziane che si celebra in tutto il mondo il 1 giorno del mese di ottobre. I dati raccolti evidenziano la necessità di promuovere ancora tante iniziative per favorire un invecchiamento attivo e in salute e la necessità strategica di attuare scelte di prevenzione.

Secondo i risultati dell’indagine promossa dall’ISS il 17% degli over 65 si prende cura di parenti con cui vive, il 14% di familiari o amici con cui non vive e il 5% partecipa ad attività di volontariato. Una capacità o volontà di ”essere risorsa” di appannaggio delle donne (31% rispetto al 24% negli uomini), ma che si riduce notevolmente con l’avanzare dell’età (coinvolge il 34% dei 65-74enni ma appena il 13% degli ultra 85enni), ed è minore fra le persone con un basso livello di istruzione e tra chi ha difficoltà economiche. L’autonomia nello svolgimento delle attività della vita quotidiana, come preparare i pasti, svolgere lavori domestici, assumere farmaci, andare in giro, gestirsi economicamente, utilizzare un telefono, assume una particolare importanza per il benessere dell’individuo, ricorda ancora la nota Iss. Perdere autonomia nelle funzioni della vita quotidiana rende quindi l’individuo più vulnerabile. In sostanza è l‘anticamera della fragilità e della disabilità.

E quando di parla di fragilità non ci sono significative differenze fra uomini e donne: cresce progressivamente con l’età e se riguarda l’8.9% dei 65-74enni raggiunge il 32.7% fra gli ultra 85enni; la quasi totalità delle persone con fragilità riceve aiuto per svolgere le funzioni delle attività della vita quotidiana per cui non è autonomo e questo aiuto è sostenuto per lo più dalle famiglie (94.9%).



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