780.000 sono “consumatori dannosi”, cioè che hanno provocato un danno alla loro salute
Sono oltre 4 milioni i binge drinker (coloro che bevono per ubriacarsi), 780 mila i consumatori ‘dannosi’ in necessità di un trattamento clinico, di cui solo l’8,1% in cura. Non c’è da stare allegri i dati del consumo di alcol in Italia rivelano una situazione preoccupante: ci sono tutti gli elementi di danno e di rischio dilaganti nelle fasce più vulnerabili della popolazione, come lo sono minori, adolescenti, donne e anziani. Ad evidenziarlo,come ogni anno, è l’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità, Ona-Iss, che ha rielaborato attraverso il Sisma (Sistema di Monitoraggio Alcol-DPCM 3/3/20217), i dati della Multiscopo Istat, in occasione dell’Alcohol Prevention Day (Apd) che si celebra il 17 di aprile.
Sul fronte dei comportamenti a rischio legate all’uso di alcol in Italia, nel 2023, non si registra il cambio di passo atteso. Sono stabili i consumatori a rischio, soprattutto tra i target più vulnerabili della popolazione: i minori, i giovani, le donne, gli anziani. Il bere per ubriacarsi (binge drinking), diffuso tra tutte le fasce di popolazione, non risparmia gli anziani, tra i quali, peraltro, si registrano le più elevate frequenze di consumatori dannosi con disturbi da uso di alcol non intercettati dal Ssn. I consumi fuori pasto risultano in costante aumento in particolare tra le donne (23,9%) tra le quali sono 1 milione e 230 mila le consumatrici che bevono per ubriacarsi. In ripresa l’incremento della mortalità totalmente attribuibile all’alcol lì dove era attesa una riduzione, registrata soprattutto per le classi di età produttive per entrambi i sessi.
Nel 2023, circa 8 milioni di italiani di età superiore a 11 anni (pari al 21,2% dei maschi e al 9,2% delle femmine) hanno bevuto quantità di alcol tali da esporre la propria salute a rischio. Quattro milioni e 130 mila persone hanno bevuto per ubriacarsi e 780.000 sono stati i consumatori dannosi, coloro cioè che hanno consumato alcol provocando un danno alla loro salute, a livello fisico o mentale. Rimane così distante il raggiungimento degli Obiettivi di Salute Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.