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In un Convegno al Senato chiesta la modifica della Legge Gelli-Bianco

Nonostante sia stato approvato lo scorso mese di febbraio il Decreto attuativo della legge Gelli-Bianco, ancora oggi numerosi parlamentari invocano una sollecita modifica della stessa legge, poiché ritengono che sia fallita nel suo intento. Se ne è parlato nei giorni scorsi in Senato durante il convegno “Sanità&Innovazione. Colpa medica: dalla medicina difensiva alla 7 preventiva, confronto con i principali operatori di settore”.

A denunciarne il fallimento tra gli altri Luciano Ciocchetti , Vicepresidente Commissione Affari sociali e firmatario della Proposta di legge proprio per la modifica della Gelli-Bianco, presentata nel luglio dello scorso anno. Secondo Ciocchetti a Legge Gelli-Bianco non ha dato la risposta che si attendeva per due ragioni principali : sono mancati una serie di decreti attuativi, soprattutto per la parte assicurativa, che dovevano definire un percorso e tabelle specifiche per le remunerazioni di eventuali di danni civili; non ha risolto il tema della risposta penale.Ed ha quindi indicato alcune modifiche da fare: vicenda penale: il 98% delle cause penali per colpa medico finiscono con l’assoluzione; quindi occorrerebbe mettere dei paletti, onde evitare una serie di liti temerarie che si sono prodotte in questi anni. Vicenda civile: ha fatto presente che dovrebbe essere definita una vicenda civile. In altri paesi si sono identificati i percorsi di mediazione e conciliazioni che consentono di poter governare questo problema. Sembrta giusto che ci sia un canale in cui i pazienti possano avere delle soddisfazioni per eventuali errori compiuti, ma occorre portarli ad una definizione che consenta di risolvere le questioni in tempi brevi. Capitolo assicurazioni: le ASL possono scegliere di non assicurarsi, ma di autoassicurarsi, e mettere da parte ogni anno un fondo che non può essere utilizzato poi per le prestazioni sanitarie.

Per qujanto riguarda la Governance Ciocchetto ha sottolineato l’esigenza di accelerare il tema della stesura da parte dell’ISS delle linee guida per l’appropriatezza delle prestazioni, fondamentali e da prevedere anche in caso di riforma. Ha auspicato che durante quest’anno si approvi una legge complessiva che riformi la legge Gelli-Bianco.

Tra gli altri argomenti evidenziati nel corso del Convegno segnaliamo il costo della medicina difensiva; il fatto che molti giovani medici non scelgono determinate specialità o non vanno in determinati reparti, dove c’è carenza di personale, sia perché vengono remunerati poco, ma anche perché il rischio professionale è alto, la necessità di discernere la responsabilità dei medici dalla responsabilità delle strutture.

 E’ stato infine sottolineata la necessità di trovare un equilibrio tra gli interessi dei medici e dei pazienti, tentativo fatto dalla Legge Gelli-Bianco ma irrisolto. Si devono considerare diversi punti; per esempio chi denuncia ha come primo obiettivo quello del risarcimento. Per questo motivo, nella proposta in esame sono state prese delle iniziative per fare in modo che anche tramite procedimenti civili – anche innovativi – si risolvesse la maggioranza dei contenziosi. Al cittadino interessa che gli sia riconosciuto il risarcimento nel minor tempo possibile. Per questo motivo è stato inventato il meccanismo extragiudiziale del risarcimento ma c’è anche stata una grande novità: su questa norma si è espressa per tre volte la Corte Suprema in modo abbastanza confusionario. Per questo motivo, è necessario intervenire soprattutto sulla parte penale.

Tra gli intervenuti Francesco De Micco, Clinical Risk Manager Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-medico, il quale  ha evidenziato la necessità di riformare l’art. 7 della Legge Gelli-Bianco, in quanto pone dei costi eccessivi sul sistema medico. Ha fatto l’esempio delle infezioni correlate all'assistenza, dove oramai alle strutture sanitarie è quasi riconosciuta una responsabilità di tipo oggettivo, che hanno costi elevatissimi sul singolo caso. Ha ricordato come la Cassazione, in una sentenza del 2019, abbia notato come la responsabilità medica così come configurata sta mettendo in difficoltà che cosa i principi fondanti del nostro sistema sanitario nazionale, equità, solidarietà e sostenibilità, perché le aziende sono più preoccupate di immobilizzare risorse per far fronte alle possibili richieste risarcitorie che ad effettuare i necessari interventi strutturali. Ha infine sottolineato che soluzione indennitaria è assolutamente percorribile, già utilizzata in Francia per le infezioni correlate all'assistenza e in Giappone per le paralisi cerebrali infantili.

Infine Giuseppe Vetrugno, Risk Manager Policlinico “A. Gemelli” ha sottolineato come siano da potenziare gli aspetti relativi alla gestione del rischio clinico. Inoltre, non si può pensare, ha detto, che una logica di sistema e sostenibilità di sistema continui a sposarsi con la regola del risarcimento puro in sede civile. I decisori politici devono sforzarsi affinché si possa andare verso l’indennizzo.

 

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