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Indagine: Il 40% degli italiani farebbe più controlli

Gli italiani fanno ancora poca prevenzione, e i tempi di attesa ancora eccessivi sono uno dei fattori principali che li scoraggia a farne di più. A rivelarlo è l'ultima indagine dell'Osservatorio Sanità di UniSalute, che regolarmente sonda insieme a Nomisma l'attitudine degli italiani nei confronti dei controlli e delle visite di prevenzione.

La ricerca relativa ai controlli e alle visite ha messo a fuoco i 12 mesi del 2023, coinvolgendo un campione di 1.200 persone. La percentuale che dichiara di monitorare la propria salute con controlli regolari è ferma al 41%, invariata rispetto alla rilevazione svolta all'inizio dello scorso anno. In questo senso – si legge in una nota -, ridurre i tempi di attesa sembra essere una delle chiavi più efficaci per incentivare le persone a prendersi maggiormente cura della propria salute. Infatti, quattro intervistati su dieci (40%) affermano che sarebbero disposti a effettuare più controlli se i tempi di attesa si accorciassero, e il 22% se ci fosse maggior disponibilità di date e orari.

Ma come si comportano concretamente gli italiani rispetto a esami e controlli di prevenzione? E' incoraggiante constatare che la stragrande maggioranza degli intervistati - un campione pari al 93% - afferma di essersi rivolto al proprio medico di base almeno una volta nel 2023. Nel corso dei 12 mesi dello scorso anni, quattro italiani su cinque (80%) hanno anche svolto delle analisi del sangue, l'83% le donne, gli uomini il 77%. Risultano però ancora decisamente trascurate molte visite specialistiche: più di un italiano su tre (35%), ad esempio, non fa una visita odontoiatrica o un'igiene dentale da oltre 3 anni, e il 44% non ha mai eseguito una visita dermatologica per la valutazione dei nei. Anche la situazione dei controlli tipici della salute femminile non è rassicurante: non va dal ginecologo da almeno 3 anni una donna su quattro (25%), e da altrettanto tempo quasi una su tre (30%) non effettua un Pap test.

In questo senso, oltre ai tempi di attesa, in molti casi influiscono anche considerazioni economiche: tra chi non ha effettuato alcun esame di prevenzione da oltre tre anni, ben il 36% cita come motivazione i costi troppo elevati, e il 47% dice che ne effettuerebbe di più se fossero gratuiti.

Ma l'indagine di UniSalute-Nomisma evidenzia anche quanto pesi sulle decisioni degli italiani la scarsa cultura della prevenzione: circa due su tre (64%) confessano di evitare le visite, rimandandole in caso di problemi di salute trascurabili (48%) o ammettendo di cercare di farne il meno possibile (16%). Quasi uno su due (45%), infine, dichiara di preferire curarsi solo quando comincia a soffrire di un disturbo o di una malattia vera e propria.

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