Sono ancora troppe le ASL che non rispettano le norme per la riduzione delle liste d'attesa. I dati – raccolti dai Nas nelle ispezioni effettuate, su mandato del ministro della Salute Schillaci da ottobre a dicembre 2024 - sono stati al centro della riunione del tavolo istituito al ministero della Salute per accompagnare le Regioni nell'attuazione del decreto legge 73 del 2024 in vigore da agosto e nato appunto per provare ad abbattere le liste d'attesa. Agende delle prenotazioni di visite ed esami chiuse, quindi respinta delle richieste dei pazienti quando chiamano il Cup, percorsi di garanzia non attivati quando le liste sono lunghe, mentre, secondo la nuova legge, i cittadini in coda dovrebbero essere trasferiti gratuitamente (o dietro il pagamento del ticket) nel privato o in intramoenia, accessi alle agende di personale non autorizzato sono le principali accuse rivolte al 27% delle 3.000 ASL visitate dai NAS. Durante i lavori è stato fatto il punto anche sullo stato dell'arte della nuova piattaforma di monitoraggio e sui percorsi di tutela, come la visita in intramoenia o presso il privato accreditato, che le aziende devono attivare per assicurare ai pazienti le visite e gli esami qualora il servizio pubblico non rispetti i tempi delle classi di priorità. Nonostante si intravvedano dei pur piccoli miglioramenti “ci sono ancora fenomeni che non garantiscono ai cittadini il diritto alle visite nei tempi previsti. Su questo – ammette Schillaci - dobbiamo continuare a lavorare con le Regioni guardando agli esempi di buone pratiche che dimostrano come attivando le misure previste nella legge si possono abbattere i tempi di attesa ed erogare ai cittadini servizi efficienti”.
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Ispezione dei NAS: troppe ASL non rispettano le norme sulle liste d’attesa
