“Dietro ogni porta del Serafico di Assisi c’è una storia di coraggio, sfide quotidiane e piccoli-grandi traguardi. Qui, infatti, la disabilità non è una condizione, ma una realtà che chiede ascolto, risorse e soluzioni concrete”. Sono le parole che hanno fatto da cornice alla prima visita all’Istituto Serafico di Assisi della Presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti. Ad accogliere la neo governatrice, i ragazzi ospiti dell’Istituto, il personale sanitario, operator, volontari e familiari degli ospiti. “Un ritorno significativo per Proietti che – si legge in una nota - conosce da vicino questa realtà a cui è profondamente legata anche per aver ricoperto il ruolo di consigliera prima della sua nomina a sindaca di Assisi e che ora, da Presidente della Regione, si trova ad affrontare con una prospettiva e una responsabilità istituzionale ancora più ampia”.
Accompagnata dalla Vicepresidente dell’Assemblea Legislativa Bianca Maria Tagliaferri, anche lei consigliera del Serafico per oltre 20 anni, e da Daniela Donetti, Direttrice per la Sanità Regionale, Stefania Proietti è stata accolta dalla presidente del Serafico, Francesca Di Maolo, dal Direttore Sanitario, Massimo Vallasciani e dal Consiglio di Amministrazione dell'Istituto. Nel corso della visita ha potuto conoscere le ultime innovazioni scientifico-tecnologiche della realtà assisana, che si conferma – è stato sottolineato durante l’incontro - uno dei Centri di eccellenza sanitaria italiana riconosciuto non solo a livello regionale, ma anche nazionale grazie all’approccio innovativo e altamente specializzato nella presa in carico di bambini e giovani adulti con disabilità complesse. “La missione del Serafico è garantire a ogni ragazzo il miglior percorso possibile, attraverso una dotazione medico-scientifica altamente qualificata e strumenti innovativi che possono davvero fare la differenza nella quotidianità”, ha dichiarato la Presidente Francesca Di Maolo, nel suo indirizzo di saluto. “La sanità non può limitarsi a offrire risposte standardizzate, ma – ha specificato - deve prendersi cura della persona nella sua unicità, con una visione che tenga conto tanto delle necessità cliniche quanto del benessere complessivo. L’attenzione dimostrata oggi dalla Presidente Proietti conferma l’importanza di continuare a investire in modelli sanitari sempre più avanzati e accessibili, capaci di rispondere con efficacia alle esigenze dei pazienti e delle loro famiglie”.
Nel suo intervento la presidente Proietti ha espresso con grande trasporto il legame profondo che la unisce all’Istituto Serafico, sottolineando il valore di questo Istituto non solo come eccellenza sanitaria, ma anche come simbolo di un modello di cura fondato sull’amore e sull’innovazione. “Ogni volta che vengo qui – ha confessato - mi sento rigenerata: qui mi sento a casa, qui c’è la mia ‘famiglia’. La mia vita è legata a doppio filo a questa realtà, perché il Serafico non è solo un presidio sanitario d’eccellenza, ma un luogo dove si sperimentano e si realizzano ogni giorno percorsi straordinari di cura e innovazione. Da assisana lo considero un punto di riferimento, una bandiera nel panorama sanitario. Nel corso degli anni il Serafico si è aperto al mondo, diventando un centro di ricerca e sviluppo di soluzioni all’avanguardia, capaci di cambiare concretamente la vita delle persone”. La Presidente ha poi voluto rimarcare il suo impegno nel campo della sanità e della tutela delle persone con disabilità, ribadendo la volontà di rendere il modello-Serafico un punto di riferimento oltre i confini regionali e nazionali. “Ho scelto di mantenere la delega alla sanità e alla tutela dei diritti delle persone con disabilità proprio perché voglio dare continuità a quella rivoluzione e innovazione che ho visto nascere e svilupparsi qui al Serafico. Il nostro obiettivo è fare dell’Umbria la prima regione in cui l’amore concreto, che qui si traduce in assistenza di eccellenza, diventi una bandiera, un modello di riferimento a livello internazionale. Il Serafico dimostra che è possibile coniugare scienza ed etica, e questa è la visione che vogliamo portare nella sanità pubblica. Tutto ciò che è mosso dall’amore, dall’amore concreto che qui è vero e tangibile, è sempre giusto e genera un impatto positivo duraturo”.