La Fondazione Don Gnocchi partecipa al consorzio internazionale di cui è capofila l’Università di Liegi (Belgio) per il progetto DOC Box - Development of a multimoal toolbox to ensure a fast and reliable diagnosis of consciousness disorders (Sviluppo di una “cassetta degli attrezzi” multimodale per una diagnosi rapida e affidabile dei disturbi della coscienza). Si tratta di un progetto europeo finanziato da MSCA (Marie Sklodowska-Curie Actions) - programma di punta dell’Unione Europea per la formazione post-dottorato dei ricercatori - che ha l'obiettivo di mettere a punto nuovi strumenti per una diagnosi più efficace degli stati di coscienza delle persone con grave cerebrolesione acquisita.
La Fondazione è inoltre leader del workpage 1 del progetto ("New behavioural assessment tools") che ha l'obiettivo di elaborare e validare in diverse lingue strumenti clinici per la diagnosi dei disturbi di coscienza, finalizzati alla standardizzazione della valutazione clinica.
La capacità di rispondere appropriatamente a stimoli esterni richiede che la persona sia cosciente, cioè che abbia la consapevolezza di sé e dell’ambiente. In maniera opposta avviene negli stati di disturbo protratto della coscienza, che persistono dopo una fase di coma da grave cerebrolesione acquisita. È questa una grave condizione clinica che, secondo una definizione dell’Istituto Superiore di Sanità, è caratterizzata da grave insufficienza funzionale dell'encefalo. Lesioni cerebrali traumatiche, ictus, arresto cardiaco, tumori cerebrali, infezioni o altro ancora possono essere causa del coma che può evolvere in uno stato vegetativo, dove il paziente è vigile, ha gli occhi aperti ma non presenta alcuna risposta comportamentale intenzionale, oppure evolvere verso uno stato di minima coscienza, dove oltre alla vigilanza il paziente presenta minime, ma riproducibili, risposte volontarie a stimoli esterni.
Stabilire correttamente lo stato di coscienza di un paziente in coma permette di capire se ci sarà una ripresa ed è di fondamentale importanza per individuare un percorso riabilitativo appropriato.
A fronte delle difficoltà a formulare diagnosi precise per i pazienti post-coma con disturbi della coscienza, il progetto punta a sviluppare un nuovo kit di strumenti che integrerà valutazioni comportamentali e neurofisiologiche di facile applicazione, consentendo così un esame più completo. Ne faranno parte diversi strumenti di valutazione multimodale, alcune già validate, altre in fase di realizzazione, con test comportamentali, cognitivi e di comunicazione, esami di neuroimaging e strumenti di neurofisiologia.
Il progetto mira altresì a incoraggiare la collaborazione tra ricercatori e medici degli enti aderenti, attraverso periodi di distacco di operatori e scambi di esperienze e protocolli.