Pioniere dell’accoglienza ai disabili, fondò nel 1966 la Comunità di Capodarco

Don Franco Monterubbianesi, storico fondatore della Comunità di Capodarco, è morto martedì 27 Maggio scorso alla veneranda età di 94 anni, dopo una intera vita dedicata a disabili, poveri, ultimi. E’ stato uno dei piu’ popolari sacerdoti che si è contraddistinto per aver messo il suo carisma sacerdotale al servizio delle persone portatrici di handicap, specialmente le piu’ sole e bisognose. Era talmente immerso in questa sua missione pastorale al punto che negli anni ’80 fu anche autorizzato ad avere in affidamento un bambino abbandonato fin dalla nascita, costretto a stare sulla sedia a rotelle per gravissimi problemi di ambulazione. L’idea di fondare la Comunità di Capodarco, nella popolosa frazione di Fermo nelle Marche – dove don Franco era nato il 30 Maggio 1931 - gli nasce nel Natale del 1966, dieci anni dopo la consacrazione sacerdotale, l’8 Agosto 1956. I primi ospiti furono 13 disabili presi da istituti che non erano piu’ in grado di curarli.

La prima sede viene realizzata in una villa abbandonata che Monterubbianesi ed i suoi amici mettono a nuovo. Dopo i primi 13 disabili – che di fatto diventano veri e propri cofondatori della Comunità insieme al loro don Franco – ne arrivano altri, mentre nuove “succursali” simili nascono in tante altre parti d’Italia. Nel 1973, prende vita a Roma la cooperativa “Agricoltura Capodarco”. Oggi le Comunità sono 13 in diverse regioni d’Italia e 4 all’estero (Albania, Camerun, Ecuador e Kosovo), con 1226 persone accolte, 626 addetti, 430 volontari e oltre 30 mila prestazioni riabilitative erogate a oltre 1100 ospiti. E la storia continua.

“Una vita, quella di don Franco, accanto ai veri ultimi, senza se e senza ma. E fino alla fine dei suoi giorni”, le parole con cui il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro ha sintetizzato il cammino terreno del fondatore della Comunità di Capodarco, dove la salma del sacerdote è stata esposta e onorata da migliaia di persone arrivate da tutta Italia. I funerali, Giovedì 29 Maggio nel Duomo di Fermo