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L’allarme-sanità dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio sull’attuazione del Pnrr

“Gravi criticità per liste di attesa, medici, infermieri e Case di Comunità”

Liste di attesa, medici, infermieri e Case di Comunità. Sono i quattro ambiti della sanità del nostro paese sui quali persistono ancora “gravi criticità” a 4 anni dal varo della Missione 6 “Sanità” del Pnnr. A sottolinearlo è l’Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb) in un suo Focus dove traccia un’analisi accurata dello stato di avanzamento dell’utilizzo delle risorse per Pnrr nell’ambito delle strategie di rilancio del Servizio sanitario nazionale. Si tratta di un bilancio che – rivela la testata on line Quotidiano Sanità -, “pur riconoscendo i progressi formali e l'attuazione delle riforme, segnala con chiarezza le numerose difficoltà strutturali e gestionali che ne minacciano il pieno successo”. Il Focus dell’Upb suona, quindi, come un campanello d’allarme, perché – si sottolinea nell’analisi - non basta “fare i bandi, avviare i cantieri e firmare riforme. Serve invece una visione sistemica, un investimento stabile sulle risorse umane e una governance condivisa tra Stato e Regioni, capace di superare gli squilibri territoriali. Il Pnrr Salute può ancora trasformare il Ssn, ma solo se sarà pienamente messo in funzione. Altrimenti, resterà l’ennesima occasione mancata”.

Ma ecco il quadro numerico così come viene delineato nel Focus. La Missione 6, con un finanziamento di 15,63 miliardi di euro (più 2,89 miliardi inizialmente previsti dal Piano complementare PNC, poi ridimensionati), mira a promuove e rafforzare quattro specifici punti: l’assistenza territoriale con Case e Ospedali di comunità (CdC e OdC), assistenza domiciliare (ADI) e Centrali operative territoriali (COT); digitalizzare i Dipartimenti di emergenza-urgenza (DEA) e il Fascicolo sanitario elettronico (FSE); potenziare le terapie intensive, ammodernare le grandi apparecchiature sanitarie;  promuovere formazione, ricerca biomedica e il riordino degli IRCCS.

Le due riforme chiave – il DM 77/2022 sui modelli dell’assistenza territoriale e il riordino degli IRCCS (D.Lgs. 200/2022) – sono state adottate. Tuttavia, come rileva l’Upb, "la realizzazione delle strutture non garantisce la loro entrata in funzione a pieno regime". Alla voce Case della comunità e Ospedali di comunità, risultano “cantieri avviati, ma pochi servizi attivi”. Dei 1.038 cantieri previsti, 943 risultano attivati o conclusi, ma solo 38 collaudati. Anche tra gli Ospedali di Comunità la situazione è simile: 310 cantieri avviati, ma solo 14 collaudati.

Ancora più preoccupante il quadro dei servizi: solo il 3% delle CdC offre oggi i servizi obbligatori previsti dal DM 77, con gravi carenze di personale medico e infermieristico. Nonostante i 2,97 miliardi stanziati per l’Assistenza domiciliare, l’incremento di assistiti nel 2023 ha superato l’obiettivo nazionale, ma con forti disparità: la Sicilia ha raggiunto solo l’1% del target, mentre Trento e Umbria l’hanno più che raddoppiato. L’intensità delle cure rimane bassa: si prevede solo un accesso mensile per il 60% degli assistiti, con scarsa integrazione sociosanitaria.

Per la telemedicina, i progetti regionali sono stati approvati e la piattaforma nazionale è attiva, ma l’obiettivo di 300.000 pazienti assistiti entro il 2025 è stato rimodulato a causa dei ritardi. Solo 50.699 pazienti sono stati assistiti nel 2024. Segnali di allarme anche per la digitalizzazione dei DEA: solo il 21% delle risorse è stato fatturato (SAL), con forti ritardi in Abruzzo, Umbria e Marche. Anche il Fascicolo sanitario elettronico (FSE) soffre di limiti strutturali, nonostante le norme sul FSE 2.0, a causa di problemi di interoperabilità, frammentazione regionale e ritardi nei caricamenti dei documenti.

Il nodo cruciale resta, comunque, quello del personale sanitario. I fondi del Pnrr coprono in gran parte investimenti in conto capitale, lasciando aperto il problema della sostenibilità operativa delle nuove strutture. Anche se le leggi di bilancio per il 2022 e 2024 hanno aggiunto oltre 1,2 miliardi annui per CdC e OdC, resta difficile reperire infermieri, medici di medicina generale e specialisti.

Le nuove regole (DL 19/2024) hanno aumentato la flessibilità nei reclutamenti, ma – rileva l’Upb -la scarsa attrattività del SSN mina il successo delle assunzioni. L’Accordo collettivo nazionale per i MMG 2019-2021 ha previsto un maggiore impegno orario, ma il passaggio al rapporto di dipendenza resta in discussione. La spesa Pnrr effettivamente sostenuta al 2024 – si legge nel Focus - è pari a 2,8 miliardi su 15,6 previsti, ma i restanti 12,5 miliardi dovranno essere spesi tra il 2025 e la metà del 2026. Traguardo difficile da centrare – ammette l’Upb -, considerando i tempi medi delle opere pubbliche in Italia (5-7 anni).

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