Nel Meridione si spende un miliardo in piu’ all’anno
Da un decennio a questa parte nelle Regioni del Sud si spende oltre un miliardo all’anno in più per l’acquisto di farmaci di marca. Vera e propria anomalia causata dal netto rifiuto che in quasi tutto il Meridione si ha per i farmaci generici, malgrado le continue, ripetute campagne informative in merito al fatto che l’efficacia curativa è del tutto analoga sia nelle medicine prodotte da industrie note al grande pubblico che in quelle denominate “generiche”. A rivelarlo è il nuovo report di Egualia (l’associazione dei produttori dei farmaci equivalenti, meglio conosciuti come “generici”), anticipato dal Sole24Ore. Stando alle spese farmaceutiche relative allo scorso anno, dal resoconto si evince che a rifiutare l’acquisto di farmaci generici sono siciliani, pugliesi, calabresi, campani, molisani, marchigiani e laziali “tutti disposti a spendere il doppio, dai 20 ai 24 euro a testa all’anno, rispetto a chi abita al Nord dove l’esborso è quasi la metà”, notano i ricercatori di Eguali. Che indicano anche le Regioni più parsimoniose. Ad esempio, a Bolzano o a Trento si spende pro capite per avere i medicinali di marca 11,3 e 12,7, in Lombardia 13,8, in Piemonte 13,6, in Veneto ed in Emilia Romagna rispettivamente 13,9 e 14,4 euro.
“La concorrenza generata dagli equivalenti dal 2012 ad oggi ha generato risparmi, in termini di minore spesa per il SSN, superiori ai 6 miliardi di euro”, nota Stefano Collatina, presidente di Egualia. Che specifica: “SSN e cittadini potrebbero ulteriormente beneficiarne se tutte le Regioni incrementassero sia l’uso dei farmaci fuori brevetto che quello dei farmaci equivalenti, per questi ultimi allineandosi almeno alla media Italia che nel 2024 si è attestata al 31,7 % del consumo a volumi e al 28,8 % della spesa netta regionale del SSN”. Il dossier – che sarà pubblicato integralmente nei prossimi giorni – è al vaglio del Ministro della Salute Orazio Schillaci per l’avvio di uno studio su nuovi strumenti operativi (campagne informative, norme aggiornate, incentivi, spiegazioni in merito…) per incentivare l’utilizzo dei medicinali generici in modo omogeneo a livello nazionale. E, nello stesso tempo, per far sì che l’Italia non sia più fanalino di coda nel consumo dei farmaci equivalenti occupando, fino ad ora, il terz’ultimo posto in Europa