Per i Vescovi Italiani la legge genererà più povertà in un Paese Arlecchino.
Grida di allarme per il “colpo di grazia” inferto al SSN; seria preoccupazione per la messa in discussione di diritti costituzionalmente tutelati; previsioni di un’Italia non più divisa in due, ma addirittura “spaccata in quattro”; vergogna per la evidente “logica degli scambi politici”; lo spettro di un Paese Arlecchino che può generare più povertà e addirittura una “macelleria sociale”. Una vera e propria levata di scudi ha salutato la Legge sull’autonomia differenziata appena approvata. I più preoccupati sono gli operatori della sanità che vedono sgretolarsi ancor di più un sistema sanitario, una volta orgogliosamente fondato sull’universalità delle cure. Qui di seguito un quadro delle prime proteste registrate in un’Italia che teme di perdere il decantato e sbandierato senso di fratellanza dei suoi cittadini, il loro spirito di solidarietà e di unità nazionale e comincia a dubitare se, in futuro potremo, continuare a sentirci ancora fratelli in Italia.
CEI: Non siamo stati ascoltati. Attenzione alla macelleria sociale - - ''Quello che dovevamo dire lo abbiamo detto, si vede che non ci hanno preso sul serio. Che dobbiamo fare?'' Il presidente della Cei, card. Matteo Zuppi, dà voce alla amarezza dei Vescovi italiani sulla autonomia differenziata delle Regioni diventata legge. Zuppi, a margine di un evento a Roma, ha parlato anche di premierato: ''Sul premierato ho risposto io con una raccomandazione per tutti. E la ribadirei: se vogliamo che le riforme durino devono avere un coinvolgimento di tutti. Cerchiamo di fare tutti quanti il possibile perché sia così''. ''E sulla autonomia differenziata - ha ricordato - abbiamo fatto un documento ufficiale.
Quello che dovevamo dire lo abbiamo detto: si vede che non ci hanno preso sul serio. Che dobbiamo fare?''.
''Siamo profondamente convinti che questa legge genererà più povertà, un'Italia arlecchino, e mi auguro non sviluppi processi da far-west. Di fatto genererà una giustizia più formale che sostanziale''. Monsignor Francesco Savino, vicepresidente della Cei e vescovo di Cassano all'Jonio, all'Adnkronos ha voluto così unire alla voce del Presidente anche la sua delusione e preoccupazione dopo che l'autonomia differenziata è diventata legge. ''Premetto – osserva - Noi Vescovi parliamo per ragioni culturali, per vigilanza e per amore del nostro popolo. Questo governo è stato democraticamente eletto, si è assunto questa responsabilità sull'autonomia differenziata. Questo governo però non ha ascoltato tanti territori. La Conferenza episcopale si è espressa, dicevamo di volere essere ascoltati perché siamo profondamente convinti che questa legge genererà più povertà''. “Viene meno il principio dell'unità costituzionale d'Italia. Si possono creare anche contrapposizioni tra regione e regione. Perché non si è ripensata questa legge? Noi non siamo per lo status quo, sono convinto che anche noi del Sud dobbiamo diventare protagonisti di un nuovo rinascimento, ma mi chiedo perché non siamo stati ascoltati? Non meravigliamoci poi se tanta gente non va a votare perché si viene a creare una frattura tra Paese reale e paese istituzionale-politico''.
Avverte il vicepresidente della Cei: ''Stiamo attenti quando i problemi sociali si acuiscono. Stiamo attenti alla macelleria sociale. Strada facendo sono convinto che verranno fuori le conseguenze negative di questa legge''.
ANAAO: “Nonostante molti esperti in materia, alcuni presidenti regionali, la CEI, forze politiche e sociali diverse abbiano cercato da mesi di far comprendere la rischiosità del provvedimento, per la coesione sociale e la stessa identità nazionale, la logica degli scambi politici ha finito con il prevalere, legittimando l’esistenza di 20 sistemi sanitari in barba alla legge 833 del ’78 e all’articolo 32 della Costituzione Italiana”. “La legge sull’autonomia differenziata, o meglio sul regionalismo potenziato, segna l’inizio della fine per l’indivisibilità dei diritti civili e sociali a cominciare da quello alla salute”
Gimbe: “È stato dato il colpo di grazia al Ssn, pilastro della nostra democrazia e strumento di coesione sociale per un machiavellico scambio di cortesie tra le forze politiche di maggioranza”
Smi: “Una legge che cancella il diritto universale alla salute”
Fnomceo: “Prevedere provvedimenti per colmare le disuguaglianze di salute” . Nel passato siamo intervenuti più volte su questo argomento, esprimendo molte preoccupazioni che un simile provvedimento potesse in qualche modo allargare le disuguaglianze. Il Comitato Centrale della Fnomceo ha quindi rinnovato l'impegno a vigilare, a livello nazionale, locale e regionale, "perché non si creino ulteriori disuguaglianze di salute e a svolgere, attraverso la Federazione nazionale, quelle regionali e gli Ordini, il suo ruolo consultivo per un accesso equo, universalistico e uguale alle cure".
Cittadinanzattiva: “Una legge rischiosa. Alle Regioni contrarie chiediamo un atto politico forte: indire un referendum per abrogarla” .
Ordine medici Firenze: mette a rischio le cure "La sanità pubblica italiana sta andando incontro a un alto rischio con la legge sull'autonomia differenziata. La nostra Costituzione prevede il diritto alla salute per ogni cittadino, che deve poter essere curato e tutelato al pari degli altri. Con questa scelta si mette in discussione un principio di democrazia". Lo afferma Pietro Dattolo, presidente dell'Ordine dei medici di Firenze. Per Dattolo si rischia "di andare verso una divisione ancora più accentuata tra le Regioni ricche e chi invece già fatica ad offrire un'assistenza puntuale e continua. Una prospettiva che potrebbe avere conseguenze sulla scelta del luogo di lavoro da parte dei medici e una mobilità sempre maggiore da parte dei cittadini, spinti a curarsi dove troveranno servizi più tempestivi. Oggi troppi italiani rinunciano alle cure, circa 4,5 milioni di persone. Il nostro sistema pubblico ha bisogno di maggiori risorse, non di creare divisioni e privilegi”.
FALABELLA (FISH): "Sarebbe stato più giusto lavorare più che sull'autonomia differenziata, sull'autonomia solidale, come avevamo evidenziato sin dall'inizio dell'iter di approvazione della norma. Così lo Stato avrebbe dovuto sostenere le Regioni in difficoltà per consentire una maggiore uguaglianza sostanziale facendo avanzare l'Italia sul piano dei diritti, della coesione e dell'inclusione sociale “
NURSING UP: “NO A 21 SANITA'DIVERSE”: non possiamo non esprimere legittima preoccupazione per i contraccolpi che il nostro Servizio sanitario nazionale potrebbe subire, alla luce di un Paese che è già nettamente spaccato in due, con una sanità che presenta profondi squilibri e disparità enormi tra Nord e Sud, Una situazione che "non vogliamo e non possiamo permetterci". Così Antonio De Palma.
Nella sezione Documentazione del sito pubblichiamo il testo del Documento della Conferenza Episcopale Italiana dedicato all’autonomia differenziata, reso pubblico il 22 maggio 2024