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“L’IA, una opportunità, ma l’uomo non sia schiavo delle macchine”

 Nota del Vaticano sul rapporto tra intelligenza artificiale e umana

 L’Intelligenza Artificiale non va considerata come una “persona”, non va “divinizzata”, non deve sostituire le “relazioni umane”, ma deve essere utilizzata "solo come strumento complementare all'intelligenza umana". Ma non solo: “L’uomo non sia mai schiavo delle macchine”. Sono i moniti di Antiqua et Nova, la nota del Vaticano sul rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza umana pubblicata dai Dicasteri della Dottrina della Fede e dalla Cultura e l'Educazione, dopo l’approvazione del Papa. E’ un documento – informa una nota della Santa Sede - rivolto a genitori, insegnanti, preti, vescovi e quanti sono chiamati a educare e a trasmettere la fede, ma anche a coloro che condividono l'esigenza di uno sviluppo scientifico e tecnologico "al servizio della persona e del bene comune".

Il testo in 117 paragrafi mette in luce sfide e opportunità dello sviluppo dell'Intelligenza Artificiale in materia di educazione, economia, lavoro, sanità, relazioni internazionali e interpersonali, contesti di guerra. Severo il richiamo in quest'ultimo ambito, in quanto – avverte la Nota - le potenzialità dell'IA potrebbero accrescere le risorse belliche "ben oltre la portata del controllo umano", accelerando "una corsa destabilizzante agli armamenti con conseguenze devastanti per i diritti umani".

  Grande attenzione del documento è riservata ai “pericoli” dell'IA, ma anche i “progressi”, che anzi per molti versi incoraggia. La preoccupazione, tuttavia, è grande, perché per la Santa Sede sono “ancora imprevedibili gli effetti delle innovazioni potenzialmente legate alle Intelligenze Artificiali, anche per ciò che al momento appare innocuo come la produzione di testi e immagini.

Il testo integrale della Nota vaticana è consultabile integralmente nella Documentazione A.R.I.S. sulla home page del sito.


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