Anche il “Sacro Cuore Don Calabria” di Negrar sarà presente al Meeting Annuale di Alleanza Contro il Cancro che si terrà a Verona dal 18 al 20 settembre. Ma con un mandato particolare, nel suo genere storico, perchè il Don Calabria avrà il compito di portare al Meeting veronese la bandiera dell’OECI, su mandato ricevuto al recente incontro internazionale di Atene, l’ “Oncology Days”, dedicato alle Giornate Oncologiche della stessa OECI, la piu’ importare rete di Istituti Oncologici. Nel corso dei lavori, il Direttivo dell’Organizzazione ha, tra l’altro, consegnato il suo vessillo all’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria con il compito di “issarlo” al meeting annuale di Alleanza contro il Cancro di settembre, organizzato dal nosocomio di Negrar. Inoltre sarà dovere del “Sacro Cuore Don Calabria” riconsegnare la bandiera ad OECI in occasione delle “Giornate Oncologiche” 2026 che avranno luogo a Varsavia.
“Da parte di OECI è stato un gesto significativo verso il nostro Ospedale e sottolinea la rilevanza dell’appuntamento scientifico di settembre a cui parteciperanno i più importanti Istituti oncologici italiani, molti dei quali sono affiliati alla rete europea”, afferma il dottor Fabrizio Nicolis, direttore sanitario del Don Calabria. Con lui ad Atene anche la dottoressa Stefania Gori, direttore del Dipartimento Oncologico, e il dottor Matteo Verzè, medico della direzione sanitaria. Ad OECI (Organisation of European Cancer Institutes) aderiscono 200 centri oncologici, la gran parte europei, “ma cresce il numero degli Istituti di altri Continenti che chiedono di farne parte e quindi di allinearsi alle modalità qualitative e organizzative richieste dall’Organizzazione”, sottolinea il Nicolis. “OECI, nata come rete europea, sta travalicando sempre più l’Europa, ‘esportando’ le sue linee guida sulla migliore assistenza del paziente oncologico in Sudamerica, ma anche Cina e Vietnam”. Durante il congresso di Atene sono stati toccati diversi temi sulla lotta contro il cancro. “In particolare si è parlato di terapie domiciliari rivolte al paziente oncologico cronico – sottolinea la dottoressa Gori – La cura del paziente presso la propria casa e nell’ambito del proprio ambiente è una realtà già presente nelle organizzazioni sanitarie del nord Europa, anche grazie all’avvento di trattamenti antitumorali che possono essere gestiti anche fuori dall’ospedale”.
L’esperienza in Svezia rileva tra i pazienti trattati a domicilio minori complicazioni, ricoveri in ospedale meno frequenti, con una durata molto breve quando si rendono necessari. Tutto questo ha ricadute positive sulla qualità di vita del paziente e dei suoi familiari e anche, economicamente, sul sistema sanitario sebbene la gestione domiciliare dei pazienti comporti costi rilevanti.
“Riorganizzare l’assistenza oncologica, riservando l’ospedale alla fase acuta della malattia, è fondamentale e in Italia ci si sta avviando attraverso il rafforzamento della sanità territoriale – riprende la dottoressa Gori – Grazie ai progressi della ricerca, il numero degli italiani che vivono con una diagnosi di tumore è destinato ad aumentare e si stima che nel 2030 raggiungerà i 4 milioni, cioè il 7% della popolazione. E’ quindi ipotizzabile un aumento della domanda da parte dei pazienti di supporto medico, infermieristico e psicologico direttamente a domicilio, migliorando così la loro qualità di vita e riducendo contemporaneamente la pressione sugli ospedali”.
Tra i temi affrontati ad Atene anche il ruolo dell’intelligenza artificiale nel trattamento dei tumori. “Ciò che è emerso è l’urgenza della condivisione dei dati da parte dei Centri oncologici – afferma il dottor Nicolis –. I dispositivi diagnostici (TC, RM, acceleratori lineari) dotati di AI sono sicuramente un valido supporto per il medico, ma l’intelligenza artificiale può imprimere un miglioramento significativo nella gestione del paziente solo avvalendosi di dati quantitativamente e qualitativamente rilevanti. Solo così l’elaborazione di un tale data base effettuata dall’intelligenza artificiale potrà garantire diagnosi più precise e in tempi più brevi, trattamenti appropriati e mirati, e un uso sostenibile delle risorse”.