La “panchina rossa” collocata nel Campus di Roma dell'Università Cattolica è ormai divenuta in tutta Italia segno concreto e simbolico contro la violenza di genere, un presidio di memoria e insieme un invito all'attenzione quotidiana. "La sua collocazione in uno spazio vissuto dagli studenti vuole rafforzare il legame tra l'impegno dell'ateneo e la vita universitaria, ricordando che la cultura del rispetto nasce e si costruisce anche nei luoghi della formazione", sottolineano dalla Cattolica. La panchina è posizionata nel giardino degli studenti, situato dietro gli Istituti biologici, ed è stata inaugurata nei giorni scorsi alla presenza del preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Antonio Gasbarrini, di Stefania Boccia, ordinario di Igiene generale applicata e membro docente del Gender Equality Plan dell'ateneo, del direttore della sede Lorenzo Cecchi e delle studentesse e degli studenti del campus.
L'ateneo è in prima linea nel riflettere e sensibilizzare sull'emergenza dei femminicidi e della violenza sulle donne, anche nei confronti di giovani e studentesse, evidenziano dalla Cattolica. Tutti i campus sono oggi coinvolti su un tema troppo spesso al centro dell'informazione.
La scorsa settimana in tutti i corsi di laurea attivi nella sede romana è stato osservato un minuto di silenzio, accompagnato dalla proiezione di un video realizzato da studenti e studentesse dell'ateneo, dedicato al tema dei femminicidi. Un gesto semplice, ma potente - rimarcano dalla Cattolica - che vuole richiamare l'attenzione sul silenzio che troppo spesso avvolge queste tragedie e sulla necessità di trasformarlo in consapevolezza e impegno. Nei giorni successivi tutta la comunità universitaria ha partecipato in video-collegamento con la sede di Milano alla presentazione delle tre tesi di laurea sul tema del femminicidio, a testimonianza di come la riflessione accademica possa e debba contribuire a leggere, comprendere e contrastare un fenomeno sociale drammatico, che richiede un'azione congiunta tra cultura, educazione, istituzioni e cittadinanza.
Tali iniziative si inseriscono in un percorso che l'Università Cattolica porta avanti con convinzione e responsabilità, rivendica l'ateneo: contrastare ogni forma di violenza e discriminazione di genere, dare voce al dolore e trasformarlo in formazione, consapevolezza e cambiamento. In un Paese dove i femminicidi sono ancora una tragica realtà quotidiana, l’università non può restare spettatrice: ha il dovere di educare, denunciare e custodire la dignità di ogni persona.
"Il nostro ateneo - afferma Boccia - lavora e agisce su questi temi grazie alla nascita e allo sviluppo del Gender Equality Plan basato su una continua opera educativa e formativa: la violenza non è solo fisica, ma anche verbale. E' per questo che abbiamo promosso un codice di linguaggio inclusivo. Ancora, dal punto di vista della ricerca, monitoriamo costantemente la partecipazione di tutte le donne - dottorande, specializzande, docenti - affinché vengano rispettati ruoli e opportunità.