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Pastorale per la Salute Cei – Il sacramento ”Unzione degli infermi” ha 50 anni

Cinquanta anni ben portati. Sono gli anni passati da quando la “Sacrosanctum Concilium”, uno dei più popolari provvedimenti frutto delle riforme conciliari, ha cambiato in “Unzione degli infermi” il nome del sacramento storicamente denominato “Estrema Unzione”. Vale a dire, la preghiera recitata da sacerdoti, parroci e religiosi nelle case private e negli ospedali destinata alle persone gravemente malate e per le quali le speranze di vita erano considerate praticamente nulle. Una riforma varata dai padri conciliari in applicazione della relativa Costituzione Liturgica Conciliare dove era stata sottolineato, tra l’altro, “l’opportunità di cambiare il nome di Estrema Unzione a Unzione degli Infermi, perché non è solo un sacramento impartito a coloro che sono in fin di vita”.

Don Angelo Lameri, decano della facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense – informa una nota pubblicata nel sito dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute della Cei – “ci accompagna nella riscoperta di questo grande dono di grazia che non è riservato solo ai morenti, ma chiama in causa il rapporto tra ‘fede e malattia’ e la fondamentale dimensione della ‘lotta’” per la difesa della vita, dono supremo di Dio, in tutti i suoi stadi, dalla nascita fino alla fine naturale.

Il commento di don Angelo Lameri è stato pubblicato nell’ultimo numero del periodico Sovvenire, il trimestrale di informazione sul sostegno economico alla Chiesa cattolica edito dalla Cei, che presentiamo integralmente in allegato.


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