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Policlinico Gemelli – Decollato il nuovo Day-Hospital per la cura dello scompenso cardiaco

Centrato dal Policlinico Gemelli di Roma un nuovo importante obiettivo col progetto “WIN-HF”, il nuovo day-Hospital per curare pazienti affetti da scompensi cardiaci recentemente inaugurato. Fin dai primissimi giorni di attività, il nuovo servizio ha già conseguito grandi risultati curativi, assistenziali e preventivi. Un risultato che potenzia ulteriormente il ruolo del piu’ importante nosocomio cattolico nel panorama nazionale ed internazionale anche in materia di cardiopatie, grazie ad una nuova proposta pensata per i pazienti, disegnata sulla base delle loro diverse esigenze e del loro fenotipo specifico, e messa in pratica da un panel di specialisti, anche afferenti a discipline diverse dalla cardiologia, per una presa in carico a 360 gradi. L’obiettivo – spiegano al Gemelli - è tenere sotto controllo e stabilizzare i pazienti, anche ricorrendo a strumentazioni di telemedicina avanzata, evitando il più possibile l’ospedalizzazione. E il progetto - intitolato “WIN-HF”, con sottotitolo “Vincere lo scompenso cardiaco” – va proprio in questa direzione.

Una buona notizia per il milione, e piu’, di persone che in Italia è affetto da scompenso cardiaco (l'1,7% della popolazione), con circa 90.000 nuovi casi ogni anno. “Partendo da queste considerazioni e nell’ambito del processo di ristrutturazione della cardiologia – spiega il professor Francesco Burzotta, ordinario di Cardiologia all’Università Cattolica e direttore della UOC di Cardiologia della Fondazione Gemelli - abbiamo creato un Day Hospital per lo scompenso cardiaco, mirato a migliorare la gestione e il trattamento di questi pazienti. Da anni avevamo già un’unità dedicata allo scompenso, dotata di posti letto e di ambulatori, ma mancava ancora un Day Hospital appositamente costruito. In questa nuova struttura potremo ‘telemetrare’ i nostri pazienti e occuparci di quelli che richiedono una certa intensità di cure, senza arrivare al ricovero, anzi prevenendo le ospedalizzazioni, che sono uno dei punti deboli della gestione dei pazienti con scompenso cardiaco. L’idea è quello di tenere queste persone sempre più nelle loro case, grazie a un programma personalizzato di controllo remoto e gestione clinica avanzata che verrà implementato all’interno di questo Day Hospital”. “Questo Day Hospital – prosegue il professor Burzotta – esprime a pieno lo spirito di servizio con cui la Cardiologia opera all’interno del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari, diretto dal professor Massimo Massetti. Negli ultimi anni abbiamo ripensato il futuro della cardiologia, immaginando che al suo interno le super-specializzazioni convivano, senza competere una con l’altra, lavorando fianco a fianco, in maniera armonica. Partendo da questo assunto abbiamo creato il Centro di Coordinamento Cardiologico, all’interno del quale sono rappresentate tutte le unità operative complesse (UOC) e dipartimentali (UOSD) della Cardiologia, per valutare in maniera collegiale le problematiche dei pazienti più complessi”.

“Lo scompenso cardiaco – ricorda la professoressa Nadia Aspromonte, Responsabile PCA Insufficienza Cardiaca Dipartimento Scienze Cardiovascolari del Gemelli - è lo specchio della complessità assistenziale. È per questo che abbiamo riorganizzato completamente il setting, occupandoci della traiettoria della malattia; questa è una malattia che nasce da lontano, dai fattori di rischio e da una possibile predisposizione genetica. È importante riconoscerla precocemente, per fermarne la progressione e intercettarne i momenti di riacutizzazione. Il problema è del paziente, ma anche di sostenibilità economica”. Prima e dopo l’esecuzione di un’angioplastica o dell’impianto a regola d’arte di una valvola c’è una persona, con una serie di esigenze, che vanno gestite da specialisti. Per questo è nata questa struttura intermedia, il Day Hospital che si prende cura della persona con scompenso e la stabilizza. “Oggi per farlo abbiamo a disposizione farmaci molto efficaci, oltre a device elettrici impiantabili – sottolinea la professoressa Aspromonte -. Nell’ambito del Day Hospital, abbiamo elaborato un programma di attività (comprendente anche soluzioni di telemedicina avanzata) per specifici gruppi di pazienti, cioè sulla base del loro fenotipo. Il DH1 o ‘avanzato-stabile’ dedicato a chi necessita di terapia medica infusionale in fase di malattia avanzata o instabilità del compenso, al fine di evitare ricoveri ripetuti e inappropriati; il DH2 o ‘diagnostico-strumentale’ (in stretta collaborazione con l’imaging avanzato) e/o valutazione funzionale (es. test cardio-polmonare); il DH3 per pazienti in elezione che necessitano di coronarografie e cateterismo destro, senza necessità di ricovero (in collaborazione con l’Emodinamica); il DH4 ‘paziente multidisciplinare’, dedicato a chi richiede un consulto complesso (non solo con il cardiologo, ma con il diabetologo, lo pneumologo, il geriatra, il fisiatra, ecc). Infine, il DH5, non ancora implementato, sarà un profilo satellite del DH4, ma mirato alla presa in carico psicologica-funzionale, nel quale entrerà in ballo anche l’ipnosi terapeutica”. “E accanto a tutto questo, sul versante di ricerca – conclude la professoressa - stiamo portando avanti il progetto ‘diet-HF’ (heart failure), in collaborazione con dietologi, dietisti e il gruppo cardio-metabolico, che prevede la valutazione dello stato nutrizionale e l’impedenzometria; un aspetto destinato a integrare tutti questi profili avanzati di scompenso”.


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