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Policlinico Gemelli – Un nuovo ambulatorio per l’identikit dei pazienti con disturbi dell’ipofisi

 Un nuovo ambulatorio per delineare l’identikit dei pazienti affetti da disturbi dell’ipofisi. E’ la nuova offerta curativa attivata al Policlinico Gemelli di Roma – informa una nota – con lo scopo di conoscere piu’ a fondo “una delle ghiandole del nostro organismo forse meno conosciuta, qual è appunto l’ipofisi, che oltre a svolgere un ruolo determinante da ‘direttore d’orchestra’, regolando il funzionamento di tutte le altre ghiandole endocrine e producendo un ventaglio di ormoni importantissimi per il buon funzionamento di tutto l’organismo, può anche ammalarsi”. Il delicato argomento è stato affrontato dal dottor Antonio Bianchi, ricercatore all’Università Cattolica ed endocrinologo del Gemelli sulla base dei segnali d’allarme che – spiegano al nosocomio - indicano un malfunzionamento di qualche parte dell’ipofisi, secondo i dati raccolti dal nuovo ambulatorio. L’argomento è stato di recente dibattuto in occasione della IX edizione del congresso “Ipofisi: percorsi diagnostici terapeutici. I centri d’eccellenza e il territorio”, (responsabili scientifici professoressa Laura de Marinis e dottor Antonio Bianchi), svolti al Campus Gemelli. L’evento rientra nell’ambito delle attività didattiche del Master Universitario di II Livello in “Diagnosi e terapia delle patologie ipotalamo-ipofisarie”, diretto dal professor Alfredo Pontecorvi.

Il primo campanello d’allarme di un problema dell’ipofisi – spiegano i medici del Gemelli -  può essere il mal di testa. “In caso di cefalea cronica, spesso il medico consiglia di effettuare una risonanza magnetica dalla quale possono emergere delle lesioni, noduli, neoformazioni che vengono descritti come ‘incidentalomi ipofisari’, che devono portare il paziente all’ambulatorio di neuro-endocrinologia”, aggiunge Pontecorvi. “ Un altro disturbo da valorizzare – spiega il professore - sono le alterazioni dei movimenti degli occhi e lo sdoppiamento della vista (diplopia); questi possono essere dovuti alla compressione o alla dislocazione di alcuni nervi cranici che controllano i movimenti degli occhi, dovuta a una lesione sellare (i nervi oculo-motori (III), trocleari (IV) e abducens (VI), oltre al nervo ottico (II) che si incrocia nel chiasma ottico subito sopra l’ipofisi). Un altro segno, per fortuna più raro è la rino-liquorrea (il gocciolare del liquor o liquido cefalo-rachidiano, attraverso il naso) che si verifica quando una lesione sellare erode il pavimento della sella turcica e mette in comunicazione il cervello con le cavità nasali. Infine, un frequente disturbo ‘rivelatore’ di un problema all’ipofisi può essere la mancanza di ciclo nelle donne oppure un disturbo della sfera sessuale nell’uomo, e l’infertilità”.

Quando l’ipofisi non funziona, “l’asse più colpito nelle forme ‘ipo’, carenziali, è il cosiddetto asse gonadotropo, le cellule che producono FSH e LH, le due gonadotropine che stimolano ovaie e testicoli – spiega il dottor Bianchi -. Ma anche la presenza di un eccesso di prolattina, GH o ACTH può peggiorare il ‘ritmo’ circadiano di LH e FSH, responsabile anche del normale ‘ritmo’ delle mestruazioni”. L’endocrinologo, dunque, sottolinea Bianchi, “ indagherà su un calo della libido o un deficit erettile nei maschi o la presenza di oligo-amenorrea nelle donne. Un altro ‘asse’ spesso colpito ipotalamo-ipofisi-tiroide, causa di ipotiroidismo secondario (o terziario); i pazienti lamentano fatica, difficoltà di concentrazione, intolleranza al freddo, stipsi, un aumento della caduta dei capelli, una certa ritenzione idrica. Anche l’ipocortico-surrenalismo secondario (indotto da una disfunzione dell’asse ipofisi-surrene), può dare facile affaticamento, debolezza muscolare, talvolta ipotensione e inappetenza”.

 

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