Brillano nel buio come lucciole. Sono le paratiroidi, quattro minuscole ghiandole endocrine 'nascoste' all'interno della tiroide e fondamentali per il metabolismo del calcio. Proprio a causa della loro minuscola struttura, se durante un intervento vengono danneggiate le conseguenze per il paziente non sarebbero poche. Ma ora si potranno riconoscere e proteggere grazie ad un innovativo “device”, un nuovo dispositivo elettronico portato al centro dell'attenzione al decimo Congresso Eses, l' appuntamento biennale dedicato a studi e ricerche in materie endocrinologiche, organizzato al Policlinico Gemelli. Un passo importante per la prevenzione delle paratiroidi. Perchè – si legge in una nota del nosocomio cattolico -, se durante un intervento di asportazione della tiroide vengono accidentalmente asportate o danneggiate, “il paziente deve seguire una terapia sostitutiva a vita a base di calcio e vitamina D. Assunzione che si si va a sommarsi alla terapia giornaliera con L-tiroxina, in caso della tiroidectomia totale”.
Ecco come dell'importante dispositivo ne parla il professor Marco Raffaelli, Ordinario di Chirurgia Generale all'Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore della Uoc di Chirurgia Endocrina e Metabolica del Gemelli. "Nella chirurgia della tiroide, come in altri campi - spiega il docente - è imperativo ridurre al minimo le complicanze; ecco perché la ricerca di strumentazioni in grado di preservare l'integrità dei nervi laringei e delle paratiroidi è molto attiva. Per quanto riguarda le paratiroidi, nel corso di questo congresso presentiamo per la prima volta in Europa un nuovo device, il PTeye®, dotato di una sonda sterile monouso che rileva l'autofluorescenza naturale delle paratiroidi, che ci consentirà di individuarle con maggior facilità e precisione. È una cosa straordinaria per noi chirurghi perché rappresenta un vero avanzamento verso una sicurezza sempre maggiore degli interventi di tiroidectomia".
Le paratiroidi sono quattro piccole ghiandole endocrine fondamentali per il mantenimento dei giusti livelli di calcio nel sangue. Se la tiroide ha la forma di una grossa farfalla, le paratiroidi sono ghiandoline, grandi come una lenticchia, che brillano di una debole autofluorescenza, quasi come lucciole. "Si trovano vicinissime, a volte letteralmente 'immerse' nella tiroide – aggiunge il professor Raffaelli - con la quale condividono anche la vascolarizzazione; per questo può essere difficile individuarle e preservarle. Questo nuovo strumento ci consentirà invece di individuarle con grande accuratezza, offrendo al chirurgo, ma soprattutto al paziente, un grande vantaggio rispetto al rischio di una loro rimozione o traumatismo accidentale".
Anche l'intelligenza artificiale sta entrando sempre più nella routine dell'endocrinochirurgia. "Si tratta di una risorsa dall'uso sempre più consolidato nella diagnostica citologica. La novità in questo campo - specifica ancora Raffaelli - è rappresentata dall'applicazione dell'intelligenza artificiale alla chirurgia robotica. Attraverso il sequenziamento delle varie fasi dell'intervento chirurgico, effettuato con le piattaforme robotiche, stiamo lavorando, insieme all'Università di Strasburgo, alla messa a punto della cosiddetta 'ontologia' dell'intervento. Cioè alla precisa definizione degli step dell'intervento chirurgico, che poi appositi software delle piattaforme robotiche potranno andare a sviluppare per guidare in modo sempre più preciso il robot nell'assistere il chirurgo durante l'intervento. Questo è molto importante anche per il teaching, la supervisione e la formazione dei giovani chirurghi”. Al congresso Eses, nella sessione 'BJS Prize', una relazione sull'argomento porta la firma della dottoressa Sofia di Lorenzo, che ha preso parte ad un lavoro multicentrico europeo sulla messa a punto degli step (con sviluppo di algoritmi di machine learning) di un intervento di chirurgia laparoscopica robotica sul surrene. Infine viene presentato per la prima volta al congresso Eses il primo sistema di realtà virtuale, con visore 3D (di ORama VR), applicato al training della chirurgia della tiroide.
Ma non si parla solo di chirurgia in senso stretto al congresso dell'Eses. Alcune relazioni saranno infatti dedicate alle soluzioni 'no-bisturi', come l'impiego della termoablazione nelle patologie della tiroide (sono riservati a pazienti con patologia nodulare benigna compressiva, che non vogliano sottoporsi all'intervento chirurgico) o l'ablazione a radiofrequenze degli insulinomi (ne parla il professor Marcin Barczynski, presidente Eses), tumori neuroendocrini del tratto gastro-intestinale.