Lievitazione delle liste di attesa, ma soprattutto paura di non potersi curare nel 2024. Cresce la sfiducia degli italiani nella sanità pubblica degli italiani, al punto che il 30% teme di non potersi più curare nell'anno in corso nelle strutture del SSN. E' l'allarme emerso in un sondaggio lanciato da Adnkronos Salute sul suo portale, che ha coinvolto 6.500 utenti dal 5 al 17 marzo in vista del dibattito 'Salute e Sanità, una sfida condivisa' svolto al Palazzo dell'Informazione alla presenza del Ministro della Salute Orazio Schillaci e del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca..
Il sondaggio, dal titolo ''Cosa pensi della Sanità pubblica italiana?'', conferma la necessità di intervenire profondamente e tempestivamente sulla sanità pubblica e trovare il giusto rapporto con quella privata. Le sfide sono tante e impegnative, è stato sottolineato nel corso degli interventi, e si va dalla corretta gestione delle risorse alla valorizzazione del personale medico e infermieristico, dalla medicina territoriale all'impatto che le nuove tecnologie, in particolare l'intelligenza artificiale, sono destinate ad avere sulla sanità pubblica del futuro.
Nette e quasi tutte improntate a “preoccupazione” le risposte degli utenti: il 60% del campione si è, infatti, dichiarato meno “fiducioso” rispetto al passato nel servizio sanitario pubblico. Quanto al mal funzionamento del SSN si dà la responsabilità in primis allo Stato (60%), ma anche alle Regioni (49%). I cittadini interpellati considerano la sanità privata come un'alternativa per pochi (91%) e soltanto uno su tre ritiene che ancora nel corso del 2024 si potrà continuare a curare nel pubblico alle stesse condizioni di oggi. Gli interpellati si dicono molto preoccupati soprattutto per il problema delle lunghe liste d'attesa (52%) e per la carenza di personale medico (37%). Il 60% degli utenti non sarebbe disposto a sottoscrivere un'assicurazione sanitaria, contro il 20% che si dice favorevole. Circa un quinto degli intervistati è già dotato di una copertura assicurativa, ma solo poco più della metà la rinnoverebbe.
"Le liste d'attesa sono il peggior biglietto da visita del Servizio sanitario nazionale – l'ammissione del ministro Schillaci - oggi però non abbiamo dati precisi. Un anno e mezzo per un esame è inammissibile, ma non abbiamo un monitoraggio regione per regione delle prestazioni che mancano. Ma dobbiamo vedere dove ci sono e i tempi delle liste d'attesa. E' però inaccettabile che non ci sia un Cup unico per esami e visite nel pubblico e privato convenzionato". Il ministro ha parlato anche della necessità di tariffe adeguate: ''Sul rinvio del provvedimento relativo al nuovo Nomenclatore tariffario ci stiamo ragionando, perché credo che sia importante avere in qualche caso delle tariffe più adeguate a quelle che sono oggi la realtà quotidiana. Credo che rinvieremo il provvedimento in accordo con le Regioni".
"E' un tema di risorse e di punto di partenza equilibrato per ciascuna amministrazione regionale che tenga conto delle peculiarità di ciascuna Regione – il parere del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca - La medicina del territorio è fondamentale, è uno dei temi che deve essere accompagnato con attenzione perché è stato trascurato troppo a lungo. E' la presa in carico del paziente, l'accompagnamento dei nostri cittadini nel momento in cui hanno necessità di un'attenzione medica, quindi su questo c'è un grande investimento programmato sulle Case della salute, gli Ospedali di comunità, un rafforzamento dei servizi territoriali delle Asl. E poi, ovviamente, una buona medicina del territorio è un ottimo filtro soprattutto per i nostri Pronto soccorso cittadini".